La città del futuro nasce sui banchi: architetti in tour in 70 scuole

da Il Sole 24 Ore

La città del futuro nasce sui banchi: architetti in tour in 70 scuole
di Al. Tr.

L’architettura deve «entrare nelle scuole per generare una cultura della domanda di questa disciplina», anche perchè le politiche urbane hanno «perso di vista la ragione fondamentale di tutto questo: migliorare la vita delle persone». Per questo «è il momento di pensare la città del futuro prossimo, perché in quel futuro si giocherà il destino dei bambini e dei ragazzi di oggi e di quelli che verranno». Così Giuseppe Cappochin, presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, spiega l’obiettivo del progetto «Abitare il Paese – la cultura della domanda – i bambini e i ragazzi per un progetto di futuro», nato in collaborazione con la Fondazione Reggio Children – Centro Loris Malaguzzi. Un’iniziativa che punta a coinvolgere studenti e insegnanti nell’elaborazione di una strategia per la città del futuro.

Tour in oltre 70 scuola
La prima tappa del progetto, spiega il consiglio nazionale, si è appena conclusa ed ha iguardato l’attività di formazione per gli architetti che saranno protagonisti di questo “viaggio nella scuola italiana”. Un tour che coinvolgerà oltre 3mila bambini e ragazzi tra i 3 e i 18 anni di oltre 70 scuole distribuite su 35 province e 15 regioni. Verranno anche coinvolti gli insegnanti e i dirigenti scolastici, che interagiranno con gli architetti e le comunità locali puntando a “ragionare insieme” sulla strategia per la città del futuro. Gli istituti scolastici sono distribuiti su tutto il territorio nazionale (anche se si tratta di un progetto pilota) e includono le città metropolitane e le aree interne, ma anche quelle periferiche e aree di particolare complessità.

Le attività
Il progetto prevede incontri e tavoli di lavoro a livello territoriale e i cui risultati saranno presentati in un eventi organizzati nei singoli territori. Sarà realizzata anche una mostra itinerante per descrivere come deve essere la città del futuro dal punto di vista dei bambini e dei ragazzi. «Un modo per contribuire a dare un volto all’idea di città del futuro intelligente e sostenibile – spiegano gli architetti – nella quale le risorse ambientali, culturali e umane, vengono valorizzate e concorrono a creare un ambiente in cui l’esistenza umana è in equilibrio, connettendo i primi e gli ultimi, gli anziani e i bambini». Con i più piccoli che diventano « i protagonisti di questo sforzo creativo e progettuale per arrivare» «ad essere protagonisti della costruzione del mondo in cui si troveranno a vivere».

Reggio Children: «Centralità dei minori come cittadini di domani»
«Siamo contenti di questo progetto – sottolinea Carla Rinaldi, presidente di Fondazione Reggio Children – perché quello del rapporto tra pedagogia e architettura è un tema particolarmente caro all’esperienza educativa di Reggio Emilia». Secondo Rinaldi «il progetto assume un valore particolare perché ribadisce la centralità dei bambini e dei ragazzi come cittadini dell’oggi e non solo di domani» e d è «da oggi che può partire un ripensamento delle città presenti e future».