Scuola, tredicimila supplenti in più. Le cattedre precarie tornano a crescere

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da la Repubblica

Scuola, tredicimila supplenti in più. Le cattedre precarie tornano a crescere

Il ministro Bussetti aveva annunciato: in questa stagione solo 80 mila sostituti. La Cgil: sono 95 mila. E i pensionamenti con “quota 100” potrebbero raddoppiarli

di CORRADO ZUNINO

ROMA – I conti non tornano. Ci sono almeno quindicimila supplenti in più di quelli che il ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, aveva previsto all’inizio della stagione scolastica. Aveva detto, nei primi giorni di settembre: “Quest’anno le cattedre vacanti saranno 80 mila, in fondo solo il 10 per cento del totale”. E aveva commentato: “La supplentite esiste, ma se rapportata al numero totale degli insegnanti in servizio non assume contorni catastrofici”. Il Miur a fine novembre – ottanta giorni dall’avvio – non ha dati certi, ma quelli offerti dai sindacati dicono che l’argine degli “ottantamila” non ha retto neppure nel 2018-2019.

La supplentite torna a crescere

Venerdì prossimo la Federazione dei lavoratori della conoscenza della Cgil presenterà uno studio che spiega come, “sulla base dei dati a disposizione al termine delle operazioni di nomina in ruolo e di supplenza annuale”, risultino non assegnati oltre 114 mila posti fra docenti, educatori e personale amministrativo. La situazione più instabile è proprio quella dei docenti: i posti in organico di diritto e di fatto destinati a supplenza da graduatoria d’istituto sono stati 95.214 (52.979 dei quali per il sostegno).

L’anno scorso l’ex ministra Valeria Fedeli era riuscita a contenere le “supplenze al 30 giugno” in 82.500 (45 mila furono quelle del sostegno), in forte contrazione rispetto alle 125.211 conteggiate nel 2016-2017, l’anno più difficile di un quinquennio sempre sopra le centomila “cattedre vacanti”. Ora si riprende a salire. Se ci si attesta sui dati della Cgil (oltre 95 mila sostituzioni, appunto), i supplenti sono 12.500 in più rispetto all’anno precedente e quindicimila sopra quelli assicurati a fine estate dallo stesso Bussetti. Se si prendono per buone invece le cifre di un altro sindacato, Anief – che calcola le supplenze di maestri e professori a quota 120 mila – siamo addirittura 40 mila cattedre sopra le previsioni.

La Federazione dei lavoratori della conoscenza (Cgil) scrive: “Questa situazione non garantisce il corretto andamento e governo delle istituzioni scolastiche ed educative, non assicura il diritto allo studio, mortifica le professionalità del personale scolastico condannandolo a una continua situazione di precarietà”. La Flc propone, quindi, un piano straordinario di stabilizzazione composto di una fase transitoria e di una a regime “per gettare le basi per una programmazione delle risorse a lungo termine”. L’Anief propone, a sua volta, uno scorrimento delle graduatorie “oltre il mero numero dei vincitori in riferimento ai posti messi a concorso”. E su questo punto ha presentato emendamenti in Legge di bilancio: “Stroncare la supplentite non è una missione impossibile”.

Vuoti nelle discipline e concorsi cancellati

Ci sono spiegazioni per questa curvatura al rialzo delle cattedre settembre-giugno. Il ministero dell’Economia aveva autorizzato 57 mila ruoli per quest’anno scolastico, ma 32 mila posti sono rimasti vuoti (matematica alle medie, per esempio, e poi le materie di laboratorio). Un terzo di questi buchi si sono registrati in Lombardia, dove si è dovuto ricorrere alle cosiddette Mad, le “messe a disposizione” da parte di studenti universitari con una semplice laurea triennale. Per le classi di concorso più richieste le graduatorie a esaurimento da cui si attinge per le cattedre (l’altra metà arriva per concorso) sono state svuotate con il piano triennale di assunzioni varato dal Governo Renzi: nelle Gae sono rimasti solo i precari delle materie più inflazionate. Nel 2016 c’è stato un primo concorso con record di bocciature e un altro, in questo  2018, reso complicato da contestazioni che ne hanno allungato i tempi. La scelta del ministero Bussetti, poi, di cancellare il bando Fit per non abilitati farà ulteriormente crescere la platea del precariato: “I mancati partecipanti sembrano destinati a fare i supplenti in eterno su posti vacanti e disponibili”, dice ancora Anief.

Dopo aver smontato l’ambizioso sistema di reclutamento previsto dalla Buona scuola, Bussetti ha promesso un nuovo sistema di concorsi biennali aperto a tutti i neolaureati con almeno 24 crediti in discipline psicopedagogiche e didattiche. Il bando, però, ancora non c’è e si può prevedere che i vincitori saliranno in cattedra solo nel 2020 (per il primo anno di prova). L’unico concorso di cui è già stato realizzato il telaio è quello facilitato per le scuole materne e elementari: 12 mila posti tagliati su misura per i cosiddetti diplomati magistrali.

“A settembre si rischiano duecentomila cattedre vacanti

Dal mondo sindacale si alza il timore, ancora, che l’approvazione della “controriforma Fornero” (Quota 100) potrebbe portare alla fuga dalla scuola di un numero di insegnanti compreso tra 80 e 100 mila (il normale turnover è quantificabile in 20-25 mila cattedre). E questo si sovrapporrebbe al fatto che il ministero delle Finanze ad oggi non ha autorizzato le 27.400 immissioni in ruolo chieste da Bussetti. “A settembre rischiamo seriamente di ritrovarci con oltre 200 mila supplenze annuali”, chiude il segretario dell’Anief, Marcello Pacifico.