Rinnovata al Miur la Carta d’intenti con ministero della Giustizia, Csm, Anac, Dna, Anm per educare alla giustizia e alla legalità

da Il Sole 24 Ore

Rinnovata al Miur la Carta d’intenti con ministero della Giustizia, Csm, Anac, Dna, Anm per educare alla giustizia e alla legalità

Firmato ieri al Miur il rinnovo della Carta di intenti fra Miur, ministero della Giustizia, Consiglio superiore della magistratura, l’Autorità nazionale anticorruzione, la Direzione nazionale antimafia, l’Associazione nazionale magistrati. Obiettivi dell’intesa: educare le studentesse e gli studenti alla legalità, al rispetto dei diritti e dei doveri di ogni cittadino e delle regole, promuovere la loro partecipazione alla vita civile del Paese, favorire il contrasto alla criminalità organizzata.
A siglare l’accordo, il ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, il Vice presidente del Csm, David Ermini, il presidente dell’Anac, Raffaele Cantone, il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, Federico Cafiero De Raho, e il presidente dell’Anm, Francesco Minisci.

«Stiamo offrendo ai nostri giovani una straordinaria opportunità di crescita, che potenzia il ruolo e la missione educativa della scuola. La Carta d’intenti che abbiamo sottoscritto – ha dichiarato Bussetti – testimonia la volontà e la determinazione che accomuna così tanti rappresentanti delle maggiori istituzioni del nostro Stato: mostrare ai ragazzi che senza legalità, senza rispetto delle regole, senza giustizia non c’è coesione sociale. Non c’è spazio per la crescita sana di un individuo, di una comunità e di un Paese. In altre parole, non si può essere cittadini attivi e responsabili. Voglio ringraziare i magistrati e tutti i professionisti di alto livello che diventeranno interlocutori privilegiati, maestri, guide degli studenti in questo percorso formativo».

«Siamo in un momento storico – ha continuato il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede – in cui tutte le istituzioni decidono di unirsi, di stare insieme per investire sul futuro di questo Paese. È un fatto importante. Stiamo intervenendo sull’idea di giustizia in Italia: spesso la intendiamo come entità con cui ci si confronta da adulti se qualcosa è andato male, individuiamo come luoghi della giustizia soltanto ed esclusivamente le aule di un tribunale. Invece la prima sfida è rilanciare un concetto di giustizia che parta dai banchi di scuola. Parlo della mia esperienza: ho conosciuto i primi magistrati in classe e so che questi incontri rimangono impressi nella mente dei ragazzi. Dobbiamo portare avanti iniziative educative che vanno in questa direzione e spiegare ai giovani che non c’è possibilità di scelta né libertà in una società dominata dalla mafia. Il rispetto delle regole rappresenta il momento di garanzia migliore per la libertà».

Campagne informative sugli strumenti a disposizione per la prevenzione e il contrasto alla criminalità organizzata. Seminari e attività di educazione alla legalità e alla cittadinanza attiva per i giovani, le scuole, le famiglie e le istituzioni. Un programma di iniziative per rendere più continuo e costante il contatto tra le aule dei tribunali e le aule scolastiche, attraverso la conoscenza diretta dei magistrati e del loro lavoro quotidiano. Sono solo alcune delle misure contenute nell’Accordo. In più, la Carta d’intenti mira a fornire una rete di supporto ai minori e ai nuclei familiari destinatari di provvedimenti giudiziari dei tribunali per i minorenni, per garantire concrete alternative di vita.

«Oggi è una giornata importante per chi vive il sistema giustizia, ma soprattutto per voi ragazzi: – ha dichiarato David Ermini – ci sono qui persone che vogliono seguirvi in un percorso di educazione alla legalità, ma siete voi che dovete darvi da fare, perché il mondo del futuro sarà vostro. Bisogna imparare ad avere rispetto degli altri e delle regole. Bisogna avere pazienza, essere disposti all’ascolto e a scambiarsi le idee. Tutto questo serve a creare una comunità».

«Come Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo condividiamo con tutti i soggetti coinvolti e con i ragazzi ciò in cui abbiamo sempre creduto. Ovvero che il valore della libertà è fondamentale per la crescita della nostra democrazia e per l’affermazione effettiva della legalità. Chi crede nella libertà crede nella difesa dei diritti degli altri. E credere fermamente in questo significa non avere paura, perché vuol dire che siamo convinti che la nostra più grande ricchezza non è quella economica ma è il patrimonio che la nostra Costituzione ci ha assegnato», ha affermato Federico Cafiero De Raho.

«Stiamo dando un segnale importante: non daremo tregua ai mafiosi – ha detto Francesco Minisci – né ad ogni forma di illegalità, lo Stato italiano è più forte. Ma è chiaro che se vogliamo veramente incidere non possiamo sottovalutare la fase della prevenzione, grazie alla quale è possibile avere effetti positivi ad ampio raggio e sul lungo termine e che ci consente di limitare gli spazi delle distorsioni e del reato. Che ci fa guardare con speranza verso il futuro. Ed è per questo che come Anm siamo impegnati da anni nelle scuole e organizziamo la “Notte bianca della legalità”, un percorso formativo di cui siamo molto orgogliosi”.

Durante l’evento, il ministro Bussetti, il ministro Bonafede e il presidente dell’Anac Cantone hanno poi premiato le scuole vincitrici del Concorso “Whistleblower: un esempio di cittadinanza attiva e responsabile”: il liceo artistico statale “Renato Cottini” di Torino, l’istituto tecnico statale “Archimede” di Catania e l’istituto di istruzione superiore “Stanga” di Cremona. Menzioni speciali per l’Ipsseoa “F. Buscemi” di San Benedetto del Tronto, l’Itis “Alessandro Volta” di Trieste e il liceo statale “E. Majorana” di Milano.

«Questo Concorso – ha sottolineato Cantone – rappresenta una delle tante iniziative che portiamo avanti per coinvolgere gli studenti su questioni di particolare rilevanza. Crediamo che l’adesione delle scuole sia fondamentale anche per far comprendere ai più giovani che le istituzioni non sono lontane e che sono fatte di persone che partecipano alla vita della comunità. Grazie a questa intesa, organizzeremo nuove attività perché siamo convinti che dobbiamo puntare sull’educazione come strumento per affrontare alcuni problemi che ci portiamo dietro da tempo. L’Italia ne ha parecchi sul fronte delle mafie e della corruzione. Ma ha anche tantissime potenzialità tra cui rientrano queste attività per la diffusione della cultura della legalità, indispensabile per cambiare al meglio la mentalità del Paese».