Pensioni scuola 2019, Miur: 15.000 docenti e 4.500 ATA

da Orizzontescuola

di redazione

Il Miur ha  fornito ai sindacati i dati relativi alle domande di pensionamento presentate dal personale scuola attraverso Istanze online.

Numero domande presentate

Docenti: 15.190

Ata: 4.448

Personale educativo 34

IRC 131

A questi numeri andranno aggiunti quelli derivanti delle pensioni attribuite d’ufficio.

Si tratta di numeri ancora generali. Saranno adesso gli Uffici Scolastici, esaminate le domande,  a pubblicare il dettaglio delle pensioni per ordine di scuola e classe di concorso.

Quota 100 forse rinviata al 2020

Sono sempre più deboli le speranze per quota 100 a settembre 2019 per il personale della scuola.

A questo punto – scrive la UIL –  anche se la procedura prevista per la quota 100 sarà approvata nella manovra di Bilancio, in mancanza di un provvedimento retroattivo specifico, il personale della scuola resterà  fuori, per quest’anno, da questa possibilità previdenziale.

Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Sarebbe una beffa cosmica, perché mentre in Europa si continua ad andare via dalla scuola a 63 anni, senza penalizzazione, noi continuiamo a trattare i nostri insegnanti come dei ‘paria’. Come se non svolgessero una professione a rischio burnout e come se la categoria fosse tra le più giovani al mondo, anziché la più vecchia.

Se questo provvedimento venisse approvato – spiega Di Meglio della Gilda degli Insegnanti– gli insegnanti sarebbero ulteriormente penalizzati rispetto agli altri dipendenti pubblici perché per questi ultimi la prima finestra utile per andare in pensione sarebbe in ottobre 2019 (con un ritardo di 6 mesi rispetto ai lavoratori privati), mentre per i docenti la prima finestra utile sarebbe a settembre 2020, quindi con 18 mesi di ritardo rispetto ai privati.

Su questo argomento però la partita potrebbe non essere chiusa, attendiamo le disposizioni ufficiali.

Immissioni in ruolo sul turnover

I posti lasciati liberi dai pensionamenti potranno essere utilizzati al 100% sia per docenti che ATA. Lo prevede una disposizione inserita nel decreto legge sulle semplificazioni, già esaminato dal Governo.