Gli studenti promuovono l’alternanza: per il 77% è un’esperienza utile

da Il Sole 24 Ore

di Claudio Tucci

Da un lato c’è il governo che ha imposto un cambio di nome all’alternanza, una forte riduzione delle ore (in parte compensata in Parlamento) e un taglio di più di 50 milioni di euro. Dall’altro ci sono gli studenti che invece hanno promosso l’esperienza di studio-lavoro: per il 77,2% del campione intervistato dall’annuale indagini di Almadiploma è risultata un’esperienza “utile” per la formazione.

L’indagine Almadiploma
Certo, l’indagine sui Diplomati 2018, che stamane ha presentato, peraltro al Miur, Almadiploma, riguarda un campione limitato di ragazzi (interviste a oltre 46mila diplomati a luglio scorso di 292 istituti sparsi in tutt’Italia); ma i risultati che emergono dalla rilevazione sono molto interessanti, e vanno in una direzione opposta a quella che l’attuale governo sta prendendo in legge di Bilancio, che fa scendere le ore di formazione “on the job” negli ultimi tre anni di scuola superiore ad almeno 90 nei licei, almeno 150 (in odore di salire a 180) nei tecnici, almeno 210 nei professionali (oggi è il doppio, almeno 400 ore nei tecnici e professionali, almeno 200 nei licei).

Le opinioni dei ragazzi
Sono cinque gli aspetti dell’indagine che meritano una menzione (e che dovrebbero far riflettere, in primis il decisore politico). Primo. La vera alternanza è essenzialmente stage, vale a dire esperienza diretta nei luoghi di lavoro (81,5%). La quasi totalità dei diplomati professionali e tecnici dichiara di averne svolto uno nel triennio conclusivo (97,5% e 94,7% rispettivamente), mentre tra i liceali la quota raggiunge il 69,6%. Secondo. La coerenza tra l’indirizzo di studio e il settore nel quale l’attività di stage si è realizzata. Anche qui, contraddicendo la “vulgata” di questi giorni, i liceali svolgono l’attività prevalentemente nei settori servizi culturali, ricreativi e sportivi (22,8%) e istruzione (17,4%); i tecnici in misura maggiore nei settori informatico, ricerca e servizi alla imprese (21,9%) e attività manifatturiere e costruzioni (20,2%); i professionali nei settori alberghi e ristoranti (24,6%) e attività manifatturiere e costruzioni (15,3%). Terzo. La durata dell’alternanza che, in media, ha superato le 150 ore (nei licei, per esempio, l’attuale norma in Parlamento fa scendere le ore minime a 90). Quattro. L’alternanza è stata organizzata efficacemente (82,6%; percentuale che sale all’89,0% tra i professionali); e, come detto, è risultata utile, più in generale, per la formazione (77,2%; percentuale che sale al 91,6% tra i professionali). Quinto. Il link scuola-impresa è fondamentale. Le attività di tutoraggio aziendale (77,6%) e scolastico (64,4%) sono infatti risultate soddisfacenti, percentuali che salgono rispettivamente all’86,1% e al 79,5% tra i professionali.

Se, come vero, per deliberare occorre prima conoscere, ebbene, che almeno si sentano tutte le opinioni, in particolare dei diretti interessati, e non solo quelle di alcuni (docenti) “irriducibili” nel voler mantenere “quel muro” tra scuole e mondo del lavoro.