Soluzioni “atipicamente” utili

Redattore Sociale del 15-12-2018

Soluzioni “atipicamente” utili: 12 oggetti pensati per le persone nello spettro autistico 

ROMA. Sono come una specie di coperta di Linus. Dodici prodotti diversi – dall’orologio che emette luci e suoni tranquillizzanti al gilet gonfiabile che simula un abbraccio, fino alle carte e all’app per organizzare il tempo –, pensati per aiutare le persone autistiche a gestire le proprie emozioni, le relazioni sociali, gli aspetti sensoriali o quelli di pianificazione quotidiana. Li racconta Michela Trigari, giornalista di Redattore sociale, sulle pagine di SuperAbile, la rivista di Inail sulla disabilità.Gli oggetti fanno parte di “A come Atipico! – Design per la neurodiversità”, un progetto di ricerca sviluppato dagli studenti di Product design dello Ied (Istituto europeo di design) di Roma sotto la guida di Marika Aakesson, coordinatrice del corso e docente di Design per l’impatto sociale. 

Soluzioni che sono il frutto dei bisogni espressi da chi di autismo se ne intende davvero: infatti il progetto è stato realizzato con Chiara Mangione, 55 anni, ex architetto, ora traduttrice di libri sull’autismo, curatrice della pagina Facebook “Asperger Tribe” dopo una diagnosi arrivata da adulta, insieme a Maria Hillan e Salvatore Bianca, genitori di un diciannovenne autistico che frequenta il liceo linguistico, attivi nell’associazione romana Divento grande, “onlus nata nel 2010 su iniziativa di alcuni papà, che ora riunisce 200 famiglie di ragazzi con disabilità relazionale e si occupa di sostenere le attività per l’accrescimento delle autonomie e delle abilità di questi giovani, come lo sport, l’ippoterapia, l’aiuto nei compiti, i campi estivi”, dice Salvatore Bianca.

“Se qualcosa li disturba, i ragazzi autistici si agitano, urlano, perdono il controllo. Bisogna quindi insegnare loro a calmarsi, così come occorre che anche i genitori imparino a tranquillizzarli”, commenta la moglie. Più orientato alle “difficoltà non disabilitanti”, invece, il contributo di Chiara Mangione: “Con la giusta opera di informazione, sensibilizzazione e di lavoro su se stessi, una persona con Asperger o altra diagnosi di “funzionamento un po’ inconsueto” può riuscire a fare tutto”. Le interviste e gli incontri “hanno evidenziato alcune difficoltà legate alla sensibilità ai suoni, agli odori, al tatto, problemi a gestire gli stati d’ansia e i rapporti con gli altri, a seguire le attività di tutti i giorni. Nella progettazione degli oggetti, inoltre, gli studenti hanno tenuto conto del fatto che molte persone con disturbo dello spettro autistico sono visual thinker: cioè la loro memoria è visiva”, spiega la Aakesson. 
Ecco allora i tappi per il naso, l’auricolare che regola il rumore esterno, il gioco da tavolo che aiuta i bambini autistici a imparare i comportamenti sociali. “L’idea è nata da una constatazione personale: tra tutte le mie amiche sparse in giro per l’Europa, tre hanno figli a cui è stata diagnosticata una qualche forma di autismo e una ha la sindrome di Asperger. Da qui la volontà di rendersi utili, anche perché il design per l’impatto sociale lavora proprio per la salute e il benessere delle persone o per la sostenibilità ambientale. Siamo partiti dunque dall’analisi dei prodotti user friendly già esistenti sul marcato per capire cosa c’era, cosa mancava e cosa poteva essere migliorato”. 

Il risultato? Dodici soluzioni per la neurodiversità presentate in aprile a Bologna in occasione di Exposanità. “Per ora si tratta solo di prototipi ma, visto che abbiamo già ricevuto delle richieste, la volontà è quella di cercare dei finanziamenti, compreso il crowdfunding, magari in partnership con qualche associazione, per arrivare alla loro industrializzazione”, spera Aakesson. 
(Michela Trigari)