Insegnare? Mai più!

Insegnare? Mai più!

di Maurizio Tiriticco

Insegnare? Mai piu? Sembra un provocazione? Ma, in effetti, non lo è! O meglio, non dovrebbe esserlo!
Eppure, gli insegnanti esistono, e da sempre! Ed oggi, in quasi tutti i Paesi del mondo! Ed anche per norma! Oggi, quasi ovunque, il nuovo nato, dopo qualche anno, esce dall’istituzione casa/famiglia per accedere ad un’altra istituzione: la scuola! Un’aula, un banco o un similare, e un adulto che ha un ruolo sociale riconosciuto e consolidato; e che svolge una precisa funzione professionale: quella di insegnare! Ed è un mestiere – o una professione – vecchia quanto il cucco! Perché gli insegnanti esistono da sempre! Sono quelle persone che – stando all’etimologia della parola – sono tenute a segnare cose nella testa di soggetti in situazione di sviluppo/crescita e che nulla o poco sanno! In verità erano da sempre in-segnanti i vasai, che di professione segnavano sui loro prodotti – le testae, appunto – colori e forme per renderli più appetibili! E non c’è museo di cose antiche che non esponga “vasi di coccio”, o meglio anfore, preziosissime per forme, decorazioni, disegni, colori. Insomma gli in-segnanti erano artigiani, ma di alta professionalità. Ma in-segnanti erano anche coloro che segnavano informazioni sulla testa – che noi chiamiamo più dignitosamente capo – dell’alunno, cioè di colui che doveva essere “alimentato” non solo di pane, ma anche di ciò che fosse necessario per crescere e per accedere nel consesso sociale! Nonché per diventare adulto! Ed aver completato così il processo di “adolescere”, cioè di diventare da bambino uomo.
Quindi gli in-segnanti da sempre in-segnano! Ma che cosa segnano? Dati e informazioni, soprattutto, ma anche procedure, regole, tecniche, financo princìpi e teorie, che il soggetto deve ap-prendere, deve com-prendere, deve archiviare. Tutte cose che poi è tenuto ad utilizzare nel continuum dei suoi studi scolastici ed infine nel lavoro e nella vita! Così viene detto loro! E glielo dicono tutti! I genitori in primo luogo! Da sempre ed anche oggi: “Studia, sennò niente paghetta”!. “Studia, sennò che farai nella vita”?. Le cantilene di sempre che quasi tutti i nuovi nati nel mondo si devono sorbire almeno fino al termine dell’adolescenza! E da parte loro, gli insegnanti sono sempre pronti a minacciare votacci e bocciature! E i genitori sono sempre convinti che le cose che i figli devono studiare a scuola serviranno loro per il lavoro e per la vita!
Insomma, tutti appena nati dobbiamo crescere ed apprendere! Ed è per questo che gli insegnanti sono sempre esistiti! Chi ha insegnato ad Achille come diventare ciò che è diventato? Il centauro Chirone! E chi ha insegnato ad Alessandro a diventare Magno, tanto Grande da conquistare quasi tutto il mondo intero allora conosciuto? Aristotele! Sì, il grande filosofo che fece di tutto per rendere il suo alunno kalòs, bello, e agathòs, buono, capace! E chi ha insegnato ad Orazio a leggere, scrivere e far poesia? Un certo Orbilio, che Orazio in una satira definisce plagosus, per tutti i colpi di frusta – la plaga, appunto – che gli assestava! Insomma, chi non riconosce il valore che un maestro ha, comunque, per lo sviluppo/crescita di ciascuno di noi? Se anche Dante, quel genio che era, non esita a farsi accompagnare da Virgilio prima e da Beatrice poi – una maestra donna! – per apprendere tutte le bruttezze e le bellezze dell’altro mondo, ciò significa che, comunque, ciascuno di noi ha sempre bisogno di qualcuno che ci indichi la via e ci aiuti, appunto, a non deviare. E come non ricordare quel povero Emilio, esperimento pedagogico di cui forse avrebbe voluto fare a meno!
Insomma, comunque di un maestro tutti abbiamo bisogno, se vogliamo in primo luogo sopravvivere e poi apprendere a vivere nel contesto sociale in cui nasciamo e dobbiamo operare. E a questo punto torno alla provocazione del titolo: insegnare? Mai più! E qui chiamo in causa il ruolo sociale e la funzione professionale di chi è chiamato ad insegnare oggi! Perché insegnare mai più? E perché proprio oggi? Non davvero perché – come si osserva da tante parti – ormai sul web c’è tutto il sapere e il non sapere possibile, per cui, basta un click e… ti si aprono sconfinati orizzonti! Orizzonti che, proprio perché sconfinati, rischiano però di farti perdere, e proprio perché stai cercando! Ma in realtà è proprio il web che offre le possibilità infinite di trovare saperi tali che propongono ed impongono a chi insegna un imprescindibile atto di modestia, se possiamo chiamarlo così! Oggi è la funzione stessa di chi insegna che viene messa in discussione, non il ruolo. In realtà, quando non c’era il libro, il ruolo del magister era totalizzante: potremmo dire che egli stesso “era il sapere”! Il libro ha per certi versi ridotto il suo ruolo e spesso l’insegnante, da attore protagonista diventava un mediatore culturale!
Oggi la presenza e l’invadenza del web ha ulteriormente ridotto il ruolo di chi insegna! Ma per altri versi lo ha modificato. In effetti, ne sta esaltando un altro, che richiede una nuova e maggiore responsabilità, quella della mediazione tecnologico/informatica: non so se l’espressione è corretta. Comunque gli affida la responsabilità di essere anche e forse in primo luogo un facilitatore dell’accesso alle informazioni. Di qui la provocazione del titolo di questo “pezzo”. L’insegnante che non è più in primo luogo il depositario del sapere, ma un sapiente ricercatore e selezionatore di fonti e di informazioni. Altro che la lezione cattedratica di un tempo! Morta per consunzione! Almeno così dovrebbe essere!
Ne consegue un discorso che riguarda anche i libri di testo. Si tratta di volumi che, anno dopo anno, diventano sempre più pesanti e più costosi, nei quali è difficile anche per un insegnante secernere il grano delle informazioni necessarie e indispensabili dal loglio delle illustrazioni, delle letture, delle note, delle esercitazioni a volte cervellotiche e di altra paccottiglia. Insomma, oggi ci troviamo di fronte a un insegnante che deve cedere lo scettro di un ruolo millenario e deve accedere, invece, a funzioni molto diverse, più complesse ed anche di maggiore responsabilità. Insomma, oggi ci troviamo di fronte ad un professionista che non è più tanto il depositario di un sapere che è tenuto ad erogare e ad amministrare, quanto un ricercatore attento di fonti e di informazioni, che deve anche selezionare in un mare, peraltro, in cui gli squali delle fake news sono ben più numerosi delle perle del sapere!
Insomma, credo che oggi ci troviamo di fronte a un ruolo docente che deve assolutamente cambiare: e ad un profilo professionale da riscrivere pressoché totalmente! Ciò riguarda il contesto sociale nel suo insieme. Ma sono anche adempimenti di cui l’amministrazione scolastica soprattutto deve assolutamente tenere il debito conto. La mia è una provocazione? Non so! Comunque, se mi sbaglio mi corriggerete, come ebbe a dire ai Romani Papa Voityla all’atto della sua elezione a pontefice.