Pensioni quota 100, si attendono solo 10mila adesioni fra docenti e Ata

da Orizzontescuola

di redazione

Potrebbero essere fra i 30 mila e i 35 mila i lavoratori del settore scuola che al primo settembre prossimo potrebbero andare in pensione.

A fare un po’ di calcoli è stato il quotidiano Italia Oggi che è partito dagli effetti che potrebbero essere prodotti nel personale scolastico dalla controriforma della legge Fornero, la cosiddetta quota 100.

La nuova formula dovrebbe riguardare in teoria un numero molto più alto di lavoratori della scuola, cioè 52 mila docenti e 22 mila Ata.

Le stime si riferiscono al personale scolastico in servizio nel corrente anno con contratto a tempo indeterminato nelle scuole statali di ogni ordine e grado. I requisiti richiesti, tuttavia, si possono far valere a partire dal 31 dicembre 2019. 

Il ragionamento fatto dal quotidiano è che, sulla base delle anticipazioni circolate, nel settore scuola solo 10 mila lavoratori potrebbero essere interessati a ritirarsi dal lavoro con le nuove regole.

Ma perché dei potenziali 74 mila circa la cifra effettiva si abbassa così tanto? Come già ampiamente scritto anche da Orizzonte Scuola, per il personale scolastico non è possibile applicare le finestre di uscita dal lavoro e la pensione può decorrere solo dal 1° settembre per non danneggiare la continuità didattica.

Il testo del decreto su pensioni quota 100 non è ancora ufficiale e lo diventerà con l’approvazione in Consiglio dei ministri di giovedì prossimo (salvo ulteriori rinvii). Tuttavia non dovrebbero esserci cambiamenti alle disposizioni di cui all’articolo 59, comma 9, della legge 27 dicembre 1997, n.449.

Proprio quest’ultima condizione fa attestare a circa diecimila i lavoratori che potrebbero presumibilmente andare in pensione nei termini stabiliti dal ministero dell’Istruzione dopo l’entrata in vigore del decreto legge. “Sommando le domande di cessazione dal servizio – spiega Nicola Mondelli nel suo articolo – presentate entro il 12 dicembre 2018 da 15.190 docenti e 4.500 Ata (dati definitivi elaborati dal ministero dell’istruzione) a quelle che potrebbero essere presentare dopo l’entrata in vigore del decreto legge, il prossimo 1° settembre il numero complessivo dei docenti e del personale Ata che lascerebbe il servizio dovrebbe aggirarsi tra le 30.000 e le 35.000 unità“.

Si tratterebbe, sempre secondo Italia Oggi, soprattutto di personale Ata e di docenti di scuola dell’infanzia e di scuola primaria che oltre all’età anagrafica minima possono fare valere una anzianità contributiva superiore a 38 anni, cioè la famosa quota 100.