Nuovo esame di Stato, ma…

Nuovo esame di Stato, ma…

di Maurizio Tiriticco

A volte ci si lamenta della lentezza dell’amministrazione in materia di cosa pubblica, ma, per quanto riguarda l’istruzione e la scuola, a volte dobbiamo rilevare che abbiamo un’amministrazione che… è troppo fertile! Alludo alle modifiche che oggi sono state introdotte agli esami di Stato conclusivi dei corsi di istruzione secondaria (ex maturità)! Modifiche che sono state attuate, come si suol dire “in corso d’opera”! Ma era proprio necessaria questa fretta? Non si poteva attendere un nuovo anno scolastico?

In effetti, tra qualche mese i nostri studenti del liceo classico dovranno affrontare un esame molto diverso rispetto a quello che si aspettavano e per cui si stanno preparando! E non solo da quest’anno! Insomma, è la solita solfa.

Ogni ministro vuole sempre lasciare un SEGNO della sua presenza, come fanno i cagnolini con le ruote delle automobili! “Qui sono passato io! Se passa qualche bella cagnolina, sa che io ci sono! E sa dove trovarmi”! E, se il padrone non cambia itinerario, prima o poi la cagnetta prende atto che esiste un suo corteggiatore. E magari, tra una passeggiata e un’altra, una pisciatina e un’altra. si accoppiano pureee!!!

Quanta fretta! Tutto per lasciare un segno… e sono incerto se chiudere con un punto esclamativo o con un punto interrogativo. In realtà, va detto che il Miur non lo vuole mai nessuno! Sono solo grane e troppa gente da amministrare, dalle Alpi al Lilibeo! Ma in realtà costituisce, e da sempre, il primo gradino per chi si accinge ad entrare nella “politica che conta”! Quella che conferisce onori, tanti, ed oneri, pochi! Anche perché il neoministro – chiunque esso sia – sa che ci sono i “servi sciocchi” dei direttori generali, dei funzionari e… degli ispettori, anche.

Anch’io sono stato un “servo sciocco” del potere! Comunque ho sempre cercato di fare il minor numero di “sciocchezze”! Forse qualcuno ricorda quanto lavorammo, noi ispettori, quando con il Ministro Berlinguer si introdusse il “nuovo” esame di Stato! Pubblicazioni, cdrom, trasmissioni tv dedicate! Io detti l’anima – si dice così – per quell’esame!

E la novità c’era! Non più una vaga MATURITA’, ma definite COMPETENZE! Un cambiamento epocale? In effetti, l’articolo 6 della legge di riforma 425/97 concernente le certificazioni così recita: “Il rilascio e il contenuto delle certificazioni di promozione, di idoneità e di superamento dell’esame di Stato sono ridisciplinati in armonia con le nuove disposizioni al fine di dare trasparenza alle COMPETENZE, CONOSCENZE e CAPACITA’ (mia nota: quelle tre C che poi hanno messo in mille difficoltà centinaia di insegnanti) acquisite, secondo il piano di studi seguito, tenendo conto delle esigenze di circolazione dei titoli di studio nell’ambito dell’Unione europea”.

Sì! Pensavamo all’Europa! Guardavamo all’Europa! Pensavamo che ormai “fosse di casa”! Il Trattato di Maastricht incalzava! Ma oggi molti lettori ci chiederanno: “Ma che cos’è questo Trattato di Maastricht?”. E, purtroppo, con questo antieuropeismo gialloverde ormai tanto di moda, è più che lecito chiederselo! Ma allora no! Era il 1992! Ho letto su “Officine della Storia” un bel pezzo: “Le culture politiche italiane e il Trattato di Maastricht”. Mah! Non voglio farla troppo lunga! E ritengo che – dato che il mondo cambia, e cambiano pure i saperi nonché le competenze – ahi! la moda! – deve cambiare pure l’esame di Stato! Ma i nostri amministratori lo hanno cambiato in meglio? Non credo!

Hanno tirato in ballo l’interdisciplinarità! Come si sa, ci sono anche la pluridisciplinarità e la transdisciplinarità… ma menomale che loro non lo sanno! Altrimenti…

E hanno fatto questo pasticcio di mettere insieme latino e greco! In sede d’esame!!!

Due mondi, due culture, due discipline, che poi nella scuola diventano due materie, insisto, due mondi che hanno mille cose in comune in fatto di civiltà, di cultura, ma poi? Tot ore al latino, tot al greco! La scuola annichilisce? Non credo, ma a volte sì! Sapete meglio di me quanto fu difficoltoso, anche se fruttuoso nei secoli, l’incontro del mondo latino con il mondo greco!!! Orazio ebbe anche a dire: “Graecia capta ferum victorem cepit!”. Lo so! Nei cinque anni del liceo classico, latino e greco procedono in parallelo, ma… sapete meglio di me che spesso gli insegnanti insistono più sulla due lingue come traduzione strumentale – i compiti in classe! – più che sulle due culture! E qui l’interrogativo è d’obbligo: le due culture sono adeguatamente e produttivamente affrontate? Molti insegnanti mi lanceranno insulti! Lo so!

Ma l’interrogativo può suscitare mille risposte e proporre mille iniziative di ricerca e di studio pluridisciplinari.
Insomma, non voglio tirarla troppo in lungo! Ben venga la nuova prova scritta bilingue, ma… non sarebbe stato più opportuno darsi tempi più lunghi? E non sarebbe stato necessario avviare una ricerca, un dibattito tra gli esperti per valutare bene se l’impresa possa essere affrontata così d’emblée senza un minimo di considerazione e di sperimentazione anche? E qui la finisco!

Ho solo posto dubbi e interrogativi! Anche troppi! Comunque, chi ne sa più di me, mi risponda! E mi corregga! La cenere a volte è meglio degli allori!