Reddito cittadinanza e disabilità

Redattore Sociale del 20-01-2019

Reddito cittadinanza e disabilita’, Zoccano: “Associazioni saranno ascoltate”

“Si sta facendo non poca confusione tra pensioni e indennità, tra invalidità e inabilità al lavoro”. Lo sottolinea il sottosegretario con delega a Famiglia e disabilità in riferimento ai commenti delle associazioni che “a vario titolo si stanno esprimendo sul testo del decreto lamentando di non aver visto accolti i loro emendamenti”. 

ROMA. “L’idea che mi sono fatto, assistendo alla miriade di commenti e dichiarazioni sul Decreto del Governo in tema di disabilità, è che si stia facendo non poca confusione tra pensioni e indennità, tra invalidità e inabilità al lavoro”. Così il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega a Famiglia e Disabilità, Vincenzo Zoccano. “Il provvedimento del Reddito di Cittadinanza riguarda allo stesso modo, tutti i cittadini, con o senza disabilità – continua il Sottosegretario – . Le persone con disabilità che rientrano nei parametri della legge 68/99 non firmeranno il Patto per il Lavoro perché sono comprese nel meccanismo del Collocamento Mirato. Sta ora all’ esecutivo, mettere mano in modo chiaro e risolutivo, al funzionamento degli uffici del lavoro: un’azione non più procrastinabile”. 

Zoccano insiste sui necessari chiarimenti, sottolineando che “le prestazioni pensionistiche in favore dei disabili, sono concesse ai soggetti colpiti da patologie invalidanti, non dipendenti da cause di guerra, di lavoro o servizio. Occorre ovviamente non confondere le somme percepite a titolo di indennità, e quindi non soggette a limiti reddituali ed imposizione fiscale e che non formano reddito per il beneficiario, da quelle percepite a titolo di pensione, sottoposte invece a limiti di reddito e di conseguenza sospese o revocate, una volta superato il limite consentito. Le caratteristiche, i requisiti e gli importi delle singole prestazioni dipendono dal tipo di invalidità, dall’età e dalla gravità della menomazione. Uno stesso soggetto può percepire più assegni a vario titolo, in ragione delle condizioni e delle patologie che presenta. L’esempio più ricorrente è quello della percezione di indennità, più la pensione di inabilità, più altra entrata dipendente dalla propria condizione e patologia, come possono essere la cecità o l’ipoacusia”. 

Conclude Zoccano: “Le Associazioni di categoria, che a vario titolo si stanno esprimendo sul testo del decreto, lamentando di non aver visto accolti i loro emendamenti, devono ricordare che la sede costituzionalmente prevista per la fase emendativa, è il Parlamento. Il Governo, nell’ambito delle sue prerogative costituzionali propone un testo che, in ogni caso, deve essere esaminato dal Parlamento. Le Associazioni saranno certamente ascoltate in quella sede, dove potranno ragionevolmente proporre il loro punto di vista e motivare le modifiche che richiedono. Con questo esecutivo, la Disabilità è parte fondamentale dell’Agenda: veniamo da anni di politiche fatte a spot e senza una reale visione di insieme che inserisca la disabilità in ogni campo di vita. Io sono senza dubbio alcuno a favore di un aumento delle pensioni per le Persone con Disabilità, a patto che questo però non sia sproporzionato in relazione all’interesse generale”.