Simulazioni seconda prova maturità 2019: copiate da un manuale russo?

da Tuttoscuola

Le simulazioni seconda prova maturità 2019 in cui ha fatto il suo debutto la doppia materia, in questo caso matematica e fisica, non sarebbero tutta farina del sacco del Miur. Secondo quanto segnala infatti un gruppo di insegnanti (e secondo anche quanto riporta Repubblica.it), pare infatti che gli esempi di seconda prova di maturità di fisica siano stati copiati da un manuale russo degli anni Ottanta, per l’esattezza Problems in General Physics, edizioni MIR, Moscow, utilizzato nei corsi avanzati di Fisica dell’Università.


Un esercizio a confronto

Inutile dirlo, agli insegnanti il copia e incolla del Miur non va niente giù: “Mi sembra di una notevole gravità spacciare come adeguati problemi pensati per universitari, oltretutto non dichiarando nemmeno la provenienza della fonte“, dichiara a Repubblica.it Ivan Cervesato, docente di matematica e fisica. Pronta è arrivata la reazione del web: “Perché non adottiamo il testo di Irodov, magari in russo?“, “è una presa in giro“, “esercizi di fisica per universitari! Intelligenti, eh?“.

Chiaro è che non sono solo le simulazioni scopiazzate a far infuriare i docenti di matematica e fisica. Più di tutto è contestato il livello di difficoltà (universitario) degli esempi di seconda prova e il fatto di cambiare l’esame in corso d’opera, ad anno già avviato.

Ma ad esprimere la propria preoccupazione per la scelta del Miur non sarebbero solo insegnanti e studenti. Con loro anche la Commissione italiana per l’insegnamento della Matematica (Ciim), che in una nota ha dichiarato: “Siamo contro l’idea di prova mista di matematica e fisica di per sé. Ma quello che viene contestato è lo scollamento sorprendente delle simulazioni proposte con la realtà scolastica dei nostri licei scientifici, ma anche con le stesse indicazioni nazionali. La seconda prova – continua la nota – è la valutazione del lavoro svolto in cinque anni. La Ciim ritiene che definirla in maniera adeguata e condividere nei tempi giusti – e non a metà dell’ultimo anno – la sua strutturazione è non solo una necessità didattica e valutativa, ma anche una questione di rispetto del lavoro degli studenti e degli insegnanti“.