Onora il padre e la madre! E i nonni?

Onora il padre e la madre! E i nonni?

di Maurizio Tiriticco

“E ricordatevi, miei fedeli! Non c’è nulla al mondo più bello della famiglia – così diceva il parroco dopo la messa domenicale – anche perché è sempre da una famiglia che nascono i figli, non da una donna soltanto, come spesso avviene oggi in una società in cui i costumi più sacri vengono spesso inosservati, se non addirittura dileggiati. E poi c’è anche il quarto comandamento, che così recita: ‘Onora tuo padre e tua madre, perché si prolunghino i tuoi giorni nel paese che ti dà il Signore, tuo Dio’. E ancora, figli miei! Ricordate che le parole Padre e Patria hanno la stessa radice: è il padre che garantisce la patria ed è la patria che garantisce il padre. La famiglia, quindi, è la cellula della nostra società. E una famiglia è fatta di un padre e di una madre… di un figlio… di una figlia… di tanti figli… tutti benedetti dal Signore! Allora, miei fedeli, ripetete con me: Onora il padre e la madre”.
E il pubblico rispose puntualmente in coro: “Onora il padre e la madre”. E poi un silenzio assoluto! Si attendeva la ripresa della perorazione del celebrante… Ma a un tratto quel silenzio fu rotto da una voce… proveniva dal fondo della chiesa: “Onora anche i nonniii”!!!
Tutti si voltarono in quella direzione e anche il parroco celebrante scrutò nel fondo dell’aula. Si trattava di un vecchietto, piccolo piccolo, curvo e bruttino, e abbastanza male in arnese, inginocchiato su uno degli ultimi banchi. Si sentì guardato e riprese: “Sì, sì, lo ripeto: onora anche i nonni”. Ripeté con voce stentorea.
“Certamente, nonnino, disse il parroco dall’altare! Ma il comandamento è uno! Ed è quello che ho recitato… il quarto, per l’appunto. Nei testi sacri non c’è traccia dei nonni”.
“E allora, bisogna aggiornarli”!
Lo stupore di tutti i fedeli era alto, e un rumoreggiare di voci e di vari borbottii si levava sempre più forte. Ma come si permetteva… un vecchietto, anche male in arnese, di mettere in discussione non il parroco, ma i Testi Sacri… la Bibbia… il Vangelo, i libri più sacri e più veri che ci sono, quelli dell’unica Verità Rivelata!
Il parroco era in difficoltà, anche perché il vecchietto continuava a dire: “Onora anche i nonni! Onora anche i nonni! E anche le nonneee… I nonni e le nonne… I nonni e le nonne… I nonni e le nonne”!!!
Fu allora che il parroco capì che un intervento verbale era assolutamente insufficiente. Scese dall’altare e mosse verso il vecchietto. Non tanto per comprenderlo o metterlo a tacere, quanto per recuperare quella credibilità del suo popolo, di cui aveva sempre goduto, credibilità che un vecchietto osava mettere in discussione.
“Mi dica, signore… anzi, dimmi, nonnino… scusami la confidenza… sono sempre il tuo parroco… nessuno mette in discussione il valore e la funzione dei nonni, ma il Verbo, quello che detta il Signore, è chiaro…”
“E allora bisogna aggiornarlo…”
“Aggiornarlo? Ma che dici, nonnino! La Bibbia è un testo sacro, il Libro Sacro di tutti i credenti… e anche tu sei un credente, non è vero? E’ Dio in persona che ha dettato a Mosè i dieci comandamenti… che sono la nostra Legge!”
La risposta stentorea era sempre una sola: “Onora anche i nonni… onora anche i nonni… onora anche i nonni…”
E avrebbe continuato con questa litania, se il parroco, anche un po’ stizzito, non l’avesse interrotto: “Basta, nonnino! Abbiamo capito! Ma perché questa insistenza”?
Il nonnino allora si alzò in piedi di scatto – quale energia in un vecchietto male in arnese – e, puntando il dito indice sul naso del parroco, cominciò a dire con una certa veemenza: “Dove sono oggi i genitori? Tutti separati! Ma che si sposano a fare? E poi, se non sono separati, sono senza lavoro… e che cosa ne fanno dei figli? Li mollano ai nonni… ai nonni… capito”?
E la voce, prima quasi flebile e stentorea, diventava sempre più forte e aggressiva! E quel dito indice, sempre puntato sul parroco… e i fedeli stupiti a guardare e ad ascoltare. “Li mollano ai nonni! E alle nonne! Lo sa, lo sapete, quanti sono i nonni di questa parrocchia che fanno i padri e le madri? Sono tanti, tantissimi! E ci saranno pure qui in questa chiesa…”
Si sentì un rumoreggiare… balbettii vari… ha proprio ragione… è proprio così… io stessa do una mano a mia figlia, è separata… e io alla fine del mese cento euro, una tassa… e io che compro sempre i pannolini per mia figlia… insomma per la figlia di mia figlia… E se non ci fossi io – era un altro vecchietto – con la mia pensione, mio figlio… poveraccio… è disoccupato… Anch’io, anch’io, anch’io… nella chiesa si levò una sorta di coro unanime…
E il vecchietto diventava sempre più deciso nel suo argomentare: “Oggi, caro Parroco, sono i nonni… e le nonne… che fanno i padri e le madri! I padri veri e le madri vere, Oggi, si contano sulla punta delle dita! E, se Mosè fosse qui, glielo direbbe lui al Padreterno: Caro Dio! Aggiorna i tuoi comandamenti che oggi non vanno più bene! E non ho forse ragione? Voi fedeli che dite”? Si sentì un diffuso rumoreggiare: e che cosa gli vuoi dire al nonnino? E’ proprio così! Oggi non siamo più nonni! Siamo genitori! Anzi doppi genitori! Dei figli e dei nipoti…
A questo punto, il parroco cercò di abbozzare un sorriso di compiacenza e cominciò a indietreggiare per liberarsi di quell’indice puntato sul naso.
“Hai ragione, nonnino. Hai ragione! Ma la Bibbia è quella che è! E’ un libro sacro”!
E poi, rivolgendosi ai fedeli, dopo avere raggiunto l’altare: “Miei parrocchiani! La Bibbia è la Bibbia! E noi non possiamo correggerla… però… eleviamo tutti insieme un Paternostrer e un Avemmaria perché la fatica dei nonni…
E delle nonneee… Si sentirono più voci femminili dalla navata della parrocchia…
“Sì, sì, certamente! Anche delle nonne… perché la fatica dei nonni… e delle nonne anche, soprattutto delle nonne, venga tenuta nella giusta considerazione”.
“Padre, riprese e concluse il nonnino: vede che avevo ragione. Ora torno a casa! Devo dare il biberon al mio nipotino più piccolo… e a far fare i compiti alla nipotina più grande…”