Scuola, l’idea del Gruppo di Firenze: abolire le classi alle superiori

da la Repubblica

Salvo Intravaia

Abbandonare l’idea di classe conosciuta finora e rivoluzionare il concetto di promozione. Secondo il Gruppo di Firenze, che da quasi 15 anni si occupa di questioni scolastiche, è possibile. Anzi, è auspicabile nella scuola superiore nostrana. Perché “attualmente, la scuola italiana, come nella maggioranza dei Paesi europei, è interamente basata – spiegano nella loro proposta di riforma della scuola di secondo grado – sul succedersi delle classi, a cui si viene ammessi avendo almeno la sufficienza in tutte le materie”. Ma questa, a parere degli insegnanti che vorrebbero trasformare la loro esperienza nelle classi in qualcosa di più, “è un’organizzazione nel complesso adeguata per il primo ciclo. Nelle superiori, però, la ripetenza viene sempre più sentita come un sistema che non garantisce la serietà degli studi e di conseguenza una buona preparazione degli studenti”.

L’Italia è, in effetti, uno dei Paesi europei col maggior numero di alunni che abbandonano precocemente gli studi senza arrivare al diploma: il 14% dei giovani di età compresa fra i 18 e i 24 anni, nel 2017. Addirittura in leggero aumento rispetto al 2016. Abbandoni che vengono sovente preannunciati da una o più bocciature. Fanno peggio di noi soltanto Romania, Turchia, Islanda, Spagna e Malta. I prof del Gruppo di Firenze spiegano che “a fine anno, per evitare la bocciatura, percepita da molti docenti come un provvedimento draconiano, vengono ‘abbonate’ una o più materie. Ma lo studente si porta dietro lacune non colmate”. Se invece lo studente viene bocciato avrà la possibilità di colmare quelle lacune, ma dovrà anche ripetere le materie in cui aveva avuto risultati positivi, “con il concreto rischio che prevalgano sfiducia e demotivazione”.

Non sarebbe quindi meglio adottare il sistema che vige in Finlandia, si chiedono gli autori della proposta, più vicina all’organizzazione in atto all’università? L’istruzione secondaria auspicata dal Gruppo che lavora per una “scuola del merito e della responsabilità” abbandona il concetto di classe per abbracciare quello dei corsi disciplinari. Come accade nel paese scandinavo, che figura ormai stabilmente tra i primi al mondo per competenze di base(Lettura, Matematica e Scienze) dei propri quindicenni, “non si passerebbe più dalla prima classe alla seconda e così via, ma dal primo al secondo corso di italiano, dal primo al secondo di matematica e via dicendo”. La novità consisterebbe nel fatto che la bocciatura può scattare “solo nelle materie insufficienti e ripetere soltanto quelle, continuando però a frequentare gli altri corsi con lo stesso gruppo classe, che rimane un riferimento importante per gli adolescenti”. E al termine di ogni corso, un esame accerta la preparazione dello studente. In questo modo, le bocciature e gli abbandoni precoci potrebbero essere limitati al massimo, con un risparmio anche in termini economici.