Invalsi in quinta superiore: test per 480mila studenti

da Il Sole 24 Ore

di Eugenio Bruno e Claudio Tucci

Dopo un’attesa di quasi 12 anni i test Invalsi debuttano anche al quinto anno dei licei e degli istituti tecnici e professionali. A prevederli è la legge 176/2007 che ha introdotto nel nostro paese le prove standardizzate di verifica degli apprendimenti in italiano, matematica e, dallo scorso anno, inglese. Ma che finora sono stati limitati al secondo e quinto anno della primaria, alla terza media (durante l’esame di Stato) e alla seconda superiore.

Per le quinte si parte il 4 marzo e si va avanti fino al 30, sulla base di un calendario che ogni scuola può decidere in autonomia secondo le proprie esigenze (aule disponibili, numero di ragazzi frequentanti e dotazione informatiche). Interessati sono quasi 480mila studenti di statali e paritarie (sono esclusi i privatisti); i computer connessi sono 220.584 (in pratica, ogni istituto potrà far svolgere i test in un paio di giorni).

Un avvio depotenziato

L’arrivo delle prove Invalsi in quinta superiore doveva essere collegato anche al nuovo esame di maturità, che scatterà a giugno. La riforma del 2017 prevedeva che lo svolgimento dei test (e non il loro superamento) costituisse, assieme all’alternanza, requisito d’accesso alle prove finali. L’attuale governo, tuttavia, con il decreto milleproroghe, ha deciso di rinviare l’entrata in vigore della norma al prossimo anno scolastico (2019/2020).

Pur senza alcun impatto sull’esame di Stato lo svolgimento dei test è comunque obbligatorio già quest’anno; e a giugno l’istituto di valutazione, guidato da Annamaria Ajello, consegnerà a ogni studente l’attestato con i livelli raggiunti. Per italiano e matematica sono previsti cinque livelli, che descrivono sinteticamente le competenze dimostrate dal ragazzo, dalle più elementari alle più avanzate. C’è anche un ulteriore livello che indica il mancato raggiungimento di quello “base”. Per l’inglese si utilizzano i livelli B1 e B2 del quadro comune europeo di riferimento (Qcer), più un altro livello per chi non arriva al B1. Con “giudizi”, in italiano e in inglese, che per chi li ha superati valgono anche come certificazioni.

Le prove al debutto quest’anno

Per italiano e matematica ogni studente ha a disposizione due ore. È previsto un tempo aggiuntivo di 15 minuti per gli studenti disabili o con disturbi specifici di apprendimento (Dsa). «Il test di italiano – spiega il dg di Invalsi, Paolo Mazzoli – è unico per tutti gli indirizzi di scuola. È una prova di comprensione del testo che non implica la conoscenza specifica di autori o di opere letterarie. Si articola in sette unità, relative alla comprensione, e in un’unità di riflessione sulla lingua. Il numero totale di domande è di circa 60».

Per matematica ci sono domande comuni a tutti gli indirizzi e altre specifiche per scientifici e istituti tecnici. Per i licei non scientifici (classico, linguistico, artistico, scienze umane, musicale e coreutico) e gli istituti professionali vengono somministrate domande sui principali argomenti affrontati fino al quarto anno. Ai tecnici, oltre ai quesiti comuni, vengono proposte domande, ad esempio, su elementi di analisi matematica propedeutica alle discipline professionalizzanti; mentre gli studenti dei licei scientifici sono “testati” anche su argomenti svolti non oltre i primi mesi dell’ultimo anno.

La prova d’inglese si articola in due “sotto-prove”, una di lettura, l’altra di ascolto. Per la lettura ci sono 35-40 domande, i testi sono lunghi 350 (per il livello B1) o 600 parole (livello B2) per una durata di 60 minuti (75 minuti per disabili e studenti Dsa). L’ascolto prevede invece un file audio di quattro minuti, a cui segue una quarantina di domande (anche qui in 60 minuti, 75 per disabili e studenti Dsa). Per cui a parte il Pc gli studenti interessati dovranno anche essere dotati di cuffiette.