Maturità, al nuovo orale si sceglierà tra tre buste

da ItaliaOggi

Emanuela Micucci

Doccia fredda per i 480 mila maturanti e i loro docenti: non ci saranno simulazioni della seconda prova scritta per tutti i corsi di studio. Ad annunciarlo è il Miur nelle Faq sulla maturità, un’apposita sezione del proprio sito attivata venerdì e che sarà aggiornata periodicamente. «Il ministero», si legge nell’ultimo quesito, «pubblicherà esempi di (seconda, n.d.r.) prova per la quasi totalità degli indirizzi di studio. Per quelli con una diffusione molto limitata sul territorio nazionale o per percorsi sperimentali ci sarà un’interlocuzione diretta con le scuole». Mentre per la prova orale, il Miur annuncia che «predisporrà esempi significativi delle tipologie di materiali simili a quelli che potrebbero essere proposti all’orale dalle singole commissioni che dovranno tenere conto dello specifico percorso della classe».

Nelle Faq il Miur prova a fare chiarezza sul meccanismo dell’orale a sorteggio. Definendo una procedura, quella delle tre buste, che la nota ministeriale non solo non illustra ma neppure prevede, parlando genericamente di sorteggio tra materiali utili per avviare il colloquio. Ogni commissione, spiega ora il Miur, preparerà un numero di buste pari al numero dei candidati, più due. Ad esempio per una classe di 20 studenti, le buste saranno 22. «Ciascuno studente potrà dunque sempre scegliere tra un terna di buste. Dal primo all’ultimo candidato». Nelle Faq ministeriali si vuole anche chiarire cosa ci sarà nelle buste.

La circolare parla di testi, documenti, progetti, problemi. Il Miur adesso li esplicita: «Un testo poetico o in prosa, un quadro, una fotografia, un’immagine tratta da libri, un articolo di giornale, una tabella con dei dati da commentare, un grafico, uno spunto progettuale, una situazione problematica da affrontare». Tutti esempi, precisa, «di ciò che le commissioni potranno scegliere per introdurre un percorso integrato e trasversale». Non si sciolgono però le perplessità di quei docenti che hanno osservato che percorso integrato e trasversale è ben diverso da collegare gli argomenti e richiede un’impostazione didattica apposita che coinvolge diverse materie.

Le prove Invalsi non influiscono sul voto finale dell’esame, ricorda il Miur: servono «per valutare l’efficacia e l’efficienza del sistema scolastico» misurando le competenze degli studenti. Di fatto, una mezza verità. L’esito delle prove Invalsi in italiano, matematica e inglese, infatti, confluisce nel curriculum dello studente in livelli descrittivi distinti per ciascuna delle tre materie