Quota 100 a scuola, 8.500 richieste di uscita. A settembre 45mila cattedre vuote

da Il Sole 24 Ore

di Claudio Tucci

A meno di una settimana dalla chiusura delle domande di pensionamento con quota 100 , nella scuola già si viaggia a poco più di 8.525 istanze presentate, tra professori e personale tecnico-amministrativo. Che si aggiungono ai 27mila docenti e Ata che hanno già utilizzato la finestra ordinaria (entro il 12 dicembre) sulla base dei requisiti generali validi fino al 2018. Considerando che c’è tempo fino al 28 febbraio per utilizzare l’uscita con 62 anni di età e 38 di contributi, si stima, complessivamente, un turn-over, a settembre, tra le 40 e le 45mila unità.

I dati
Ai ieri, 20 febbraio, sono giunte all’Inps 7.047 domande di quota 100 da parte di insegnanti, 1.290 da parte del personale Ata, 188 da parte di presidi, per un totale quindi di 8.525 istanze.

Le mosse della maggioranza
Il tema è delicato, e a settembre con la riapertura dell’anno scolastico si deve tamponare l’emergenza. Il Miur è a lavoro per far partire, al più presto, i concorsi (serve l’autorizzazione di Mef e Funzione pubblica). Anche la maggioranza giallo-verde in Parlamento, conscia del problema, si sta muovendo. È pronto un emendamento, primo firmatario il presidente della commissione Istruzione del Senato, Mario Pittoni (Lega), al decretone che attribuisce un punteggio aggiuntivo ai precari storici di terza fascia. In pratica, nel prossimo concorso, le graduatorie di merito dovranno essere predisposte attribuendo ai titoli posseduti un punteggio fino al 40 per cento di quello complessivo. Tra i titoli valutabili è particolarmente valorizzato il servizio svolto presso le istituzioni scolastiche del sistema nazionale di istruzione, al quale è attribuito un punteggio fino al 50 per cento del punteggio attribuibile ai titoli.

Una mossa che, secondo la maggioranza, avrà l’effetto da una parte di favorire l’assorbimento di vaste fasce di precariato e dall’altra di assicurare l’immediata copertura dei posti vacanti con personale esperto e professionalmente motivato. Ovviamente, l’incognita sono i tempi. Per avere gli assunti in cattedra il 1° settembre bisognerà svolgere e concludere una selezione in una manciata di mesi (nessun ministro dell’Istruzione c’è mai riuscito, ndr). L’alternativa è assegnare le cattedre libere ai supplenti, che è molto probabile il prossimo settembre raggiungeranno un nuovo picco record.