In audizione per le classi pollaio polemiche sull’autonomia differenziata

da Il Sole 24 Ore

Sul tema dell’autonomia differenziata si è oggi innescata, in VII Commissione Istruzione e Cultura alla Camera, una discussione che ha assunto in alcuni passaggi toni accesi. A denunciarlo è la segretaria della Cisl scuola, Maddalena Gissi, che parla di toni «inusuali per il luogo e del tutto anomali rispetto alle modalità con cui solitamente le audizioni vengono svolte. Solo ripercorrendo il dibattito attraverso la registrazione video dei lavori della commissione, attualmente non ancora disponibile sul sito della Camera, sarà possibile esprimere ulteriori valutazioni sull’accaduto».

La delegazione Cisl scuola ha comunque auspicato che temi di questa portata siano oggetto di pacata e lucida riflessione, «cui non è di alcun giovamento un’incomprensibile e illogica esasperazione dei toni». Anche il segretario della Uil scuola, Pino Turi, ha ribadito, nel corso dell’audizione, la netta contrarietà della Uil scuola ad ogni ipotesi di regionalizzazione. «La scuola italiana è l’istituzione nella quale gli italiani pongono la massima fiducia. Vi pare possibile – ha detto Turi – mettere mano ad una istituzione che funziona e che gode della fiducia di tutti?».

In realtà l’audizione informale riguardava la questione delle cosiddette “classi pollaio” e dunque la proposta di legge in materia di «disposizioni concernenti la formazione delle classi nelle scuole di ogni ordine e grado». La Cisl ha rilevato che si pone «una stretta correlazione tra la garanzia della sicurezza degli alunni e il miglioramento della qualità dell’offerta formativa attraverso l’organizzazione della didattica. La riduzione del numero massimo degli alunni per classe ha un sicuro effetto sul primo punto anche se deve essere accompagnata da urgenti e indifferibili provvedimenti circa l’edilizia scolastica».

Per il sindacato la misura proposta è «certamente di aiuto ma è altrettanto necessario intervenire sul sostegno agli insegnanti verso modalità didattiche innovative e flessibilità organizzative nella gestione degli ambienti di apprendimento».

Anche la Uil scuola ha apprezzato la proposta di legge che prevede la riduzione graduale di un punto del rapporto alunni/docente in un triennio; la previsione di un tetto massimo
di 22 alunni nelle classi iniziali, elevabile fino a 23 ed tetto massimo di 20 alunni nelle classi con presenza di alunni con disabilità. «Ridurre il numero di alunni per classe – ha sottolineato Pino Turi – può dare risposte in termini di didattica individualizzata, attenuare i fenomeni di burnout, dovuti allo stress da lavoro correlato, sempre più in aumento. E’ positiva in termini di organico, con la restituzione di circa 86.000 posti per i docenti. Per il personale Ata, l’aumento potrebbe essere di circa 40.000 posti. Un provvedimento che
assume elementi positivi che aiuterebbero, di molto, la qualità dell’istruzione. Rappresentando un beneficio per il personale in termini di mobilità e reclutamento». Oggi si stima che le classi sovradimensionate siano il 5,17% del totale