Propaganda sulla pelle dei deboli

da la Repubblica

Luca Fraioli

Può un’urgenza essere ignorata per cinque mesi ed emergere prepotentemente a soli quattro giorni dalla scadenza? Evidentemente sì, per Matteo Salvini. Quei genitori che a settembre hanno presentato l’autocertificazione per ottenere l’ammissione a scuola dei bambini da 0 a 6 anni sapevano già allora che il 10 marzo avrebbero dovuto consegnare il certificato vaccinale. A dire il vero lo sapevano fin dal 2017, quando fu varata la legge Lorenzin che prevedeva questo meccanismo per l’anno scolastico 2017-2018, poi prorogato dalla nuova ministra della Salute Giulia Grillo anche al 2018-2019. Eppure il vicepremier e ministro dell’Interno ha chiesto ieri alla collega di governo di varare “urgentemente” un decreto legge che differisca ulteriormente il termine.

Qual è dunque la reale urgenza di Salvini? Nella lettera scrive che è per «evitare traumi ai più piccoli».

Preoccupazione per certi versi comprensibile. Peccato non sia emersa prima, quando il leader della Lega avrebbe potuto ricordare agli inadempienti che c’era una legge da rispettare, per il bene della collettività e della salute pubblica.

Viene da chiedersi se la vera urgenza non sia piuttosto quella di dare un nuovo riferimento politico al popolo dei No Vax, orfano di Beppe Grillo che ora ne raccoglie i fischi fuori dai teatri. E di lanciare un segnale ai leghisti veneti, da sempre contrari all’obbligo, in un momento in cui i rapporti con Luca Zaia non sono idilliaci. Ma quanto vale il voto di chi si oppone alle vaccinazioni?

Recentemente Repubblica ha raccontato che in molte regioni la copertura, proprio grazie alla legge Lorenzin, sta tornando a raggiungere il 95%, la cosiddetta immunità di gregge che fa da argine all’esplosione di epidemie.

Ma il 5% che resta scoperto non è fatto di soli No Vax da contendersi alle urne. Anzi. Molti sono bambini di famiglie “irreperibili”.

E poi ci sono quelli che non possono vaccinarsi perché fragili, con sistemi immunitari resi vulnerabili da gravi patologie.

Come ha spiegato l’immunologo Alberto Mantovani, «le vaccinazioni sono una conquista dell’umanità, una cintura di sicurezza per i miei otto nipoti, ma anche per i bambini affetti da leucemia che quella cintura non se la possono allacciare». È soprattutto a loro che la politica deve una risposta urgente.