Prevenzione del bullismo, arriva il «bollino blu» per le scuole virtuose

da Il Sole 24 Ore

di Filippo Trifiletti*

Contrastare in maniera efficace il bullismo, o prevenirlo il più possibile, dando maggiori garanzie anzitutto ai ragazzi, alle famiglie e alle stesse scuole. È con questo obiettivo che abbiamo lanciato la prassi di riferimento Uni/PdR 42:2018 “Prevenzione e contrasto del bullismo”, vale a dire una serie di regole che possono aiutare le scuole e le associazioni, frequentate dai minori, a prevenire questo fenomeno.

La prassi è nata dal tavolo di lavoro promosso da Accredia (ente unico nazionale di accreditamento), con il coinvolgimento di Uni (ente di normazione), Fidae (Federazione rappresentativa delle scuole cattoliche italiane), Isre (Istituto internazionale salesiano di ricerca educativa) e Moige (Movimento italiano genitori).

Il fenomeno in Italia
La gravità del fenomeno del bullismo la si può comprendere analizzando i dati forniti dall’Istat, secondo i quali nel nostro Paese ormai un ragazzino su due è vittima di questi episodi. La fascia di età più a rischio è quella tra gli 11 e i 17 anni. Nel 9% dei casi, dice sempre l’Istat, si tratta di episodi che hanno una frequenza settimanale e ad essere più colpite sono le ragazze (21%) rispetto ai ragazzi (19%).

La prassi
Il tavolo di lavoro ha così individuato una serie di criteri e linee guida, raccolti in un “decalogo”. Le strutture che vorranno aderire alla prassi dovranno adottare e rendere pubblico un documento nel quale saranno definite le misure contro il bullismo, illustrando obiettivi, politiche e strategie da seguire. Dovranno, ad esempio, nominare una “Commissione antibullismo” rappresentativa di tutte le parti interessate (docenti, alunni e famiglie) e svolgere periodicamente “audit antibullismo”, sia programmati che a sorpresa.
Questo significherà più tutele per i ragazzi, più garanzie per le famiglie, che per esempio avranno un elemento in più per decidere in quali scuole iscrivere i propri figli, e vantaggi per le stesse strutture, che potranno non solo anche comunicare all’esterno il loro impegno nel contrasto di bullismo e cyberbullismo, ma anche avere una tutela in più in sede legale.

La certificazione accreditata antibullismo
Ma l’aspetto più innovativo è rappresentato dal fatto che una scuola o associazione, laddove dimostri il rispetto dei requisiti della prassi, potrà chiedere e ottenere una “certificazione”, da un organismo accreditato da Accredia, che ne verifica competenza, imparzialità e indipendenza. Si tratta di una novità assoluta e l’Italia è il primo Paese al mondo ad aver avviato un processo di certificazione accreditata per il fenomeno del bullismo.
Anche per questo motivo, Accredia ha provveduto a far tradurre la Prassi anche in inglese, in modo da poterla diffondere anche all’estero.

Già 50 scuole in Italia e anche all’estero
Ad oggi sono oltre 50 le scuole italiane che hanno già aderito alla prassi e molte altre nel mondo stanno manifestando il loro interesse. Cito, ad esempio, l’Albania, dove 60 scuole hanno adottato la prassi, che nei prossimi mesi sarà presentata in America Latina e negli Stati Uniti, in occasione del Congresso internazionale delle scuole cattoliche.

  • Direttore generale di Accredia