Sindrome di Down. Una giornata mondiale tra conquiste e denuncia

Redattore Sociale del 18.03.2019

Sindrome di Down. Una giornata mondiale tra conquiste e denuncia

Le campagne di sensibilizzazione lanciate da AIPD e CoorDown, le due più grandi organizzazioni che si occupano del tema, guardano al 21 marzo da prospettive diverse. Lanciati due spot per l’occasione. E i messaggi si completano a vicenda: “C’è ancora tanto da fare per avere pari diritti e opportunità”. 

ROMA. Un momento per ricordare le battaglie vinte, ma anche per tornare a denunciare la mancanza di pari opportunità per tutti. In occasione della Giornata mondiale sulla sindrome di Down, che ogni anno si celebra il 21 marzo, le due maggiori organizzazioni che si occupano di sindrome di Down hanno deciso di affrontare il tema da due prospettive diverse: l’Aipd, l’Associazione Italiana Persone Down che quest’anno compie 40 anni, ha deciso di fare un bilancio di questi quattro decenni per capire cosa è cambiato in tanti anni di impegno e sensibilizzazione; il CoorDown, Coordinamento nazionale associazioni delle persone con sindrome di Down, invece ha scelto la strada della denuncia spiegando che soltanto quando tutti avranno le stesse opportunità si potrà festeggiare davvero. Due messaggi non incompatibili, che in realtà si completano a vicenda e che insieme riescono a spiegare in pochi fotogrammi dove siamo, come ci siamo arrivati e quali sono ancora le sfide per l’integrazione. 

I 40 anni dell’AIPD sono un buon motivo per tracciare un bilancio guardando al passato. “Dal 1979 a oggi, le persone con sindrome di Down sono lentamente e gradualmente uscite allo scoperto – spiega l’associazione -, fino a essere in alcuni casi pienamente inserite nel contesto scolastico, sociale e lavorativo”. Una storia di “emancipazione e conquista di autonomia e cittadinanza”, aggiunge una nota dell’AIPD. Lo spot, realizzato dallo studio creativo Frog ‘n roll scritto e diretto da Elena Fiorenzani e Dario Baldi, vede come protagonisti tanti bambini e adulti con sindrome di Down. Lungo una timeline che funge da filo rosso per tutta la durata del video, vengono snocciolati i traguardi, passando dagli anni 70 quando molti bambini con sindrome di Down vivevano in istituto, non avevano accesso alle scuole e al mondo del lavoro, fino ai percorsi di inclusione, autonomia e indipendenza dei nostri giorni. Tanti i traguardi raggiunti, ma per l’AIPD “la lotta non finisce”, perché c’è “ancora tanto da fare, perché pari diritti e pari opportunità siano pienamente riconosciuti alle persone con sindrome di Down, in ogni ambito della vita sociale, in Italia ma anche negli altri Paesi”. 

“Quando tutti noi, non solo qualcuno di noi, avremo più opportunità a scuola, nel lavoro, nella vita sociale, solo allora avremo davvero dei motivi per festeggiare”. È questo, invece, il messaggio lanciato dal CoorDown con la campagna “Reason To Celebrate”. Andare a scuola, fare sport, uscire con gli amici, trovare un lavoro, vivere in autonomia non è ancora una “routine” per tutte le persone con sindrome di Down. “Sono ancora troppi gli alunni che non hanno la possibilità di ricevere a scuola giusti supporti e sostegni inclusivi – spiega il CoorDown -, e al termine della scuola per molti ragazzi non ci sono opportunità. L’accesso al lavoro con inquadramenti e contratti adeguati resta una opportunità esigua, che sconta la mancanza di strumenti efficaci per il collocamento e la forte disparità territoriale dell’Italia, con enormi differenze tra Nord e Sud e tra grandi e piccoli centri del paese. Anche vivere una relazione sentimentale, costruire una vita indipendente e raggiungere l’autonomia abitativa rappresentano diritti fondamentali ancora troppo spesso negati”. La campagna è nata dalla collaborazione delle agenzie Fcb Mexico e Small New York, diretta dal regista ungherese Rudolf Péter Kiss e prodotta da Switzerland’s GOSH a Budapest, con la partecipazione di attori provenienti da quattro paesi diversi, Gran Bretagna, Albania, Svizzera e Italia.