Concorso docenti 2019, il bando entro l’anno ma le assunzioni no

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da La Tecnica della Scuola

Di Fabrizio De Angelis

Alcune indicazioni in seguito all’intervento del ministro Bussetti a Tg3 Fuori tg su RaiTre. Il Ministro ha parlato anche dei concorsi docenti 2019, ricordando che alcuni sono già partiti, alludendo al concorso straordinario infanzia e primaria, mentre altri partiranno a breve. Per il concorso scuola secondaria? E’ probabile, a questo punto, che il bando non arriverà prima di settembre, se non addirittura oltre. Comunque, entro l’anno 2019, come previsto dalla legge di bilancio e come altre volte sottolineato dallo steso Bussetti.

Concorso scuola secondaria: i vincitori assunti nel 2020

Durante il suo intervento, il Ministro ha parlato proprio dei tempi delle prossime procedure, che saranno lunghe: Un nuovo concorso “è all’interno della nostra finanziaria, lo abbiamo già previsto, avvieremo nuove procedure concorsuali” aperte a tutti coloro che hanno il titolo di accesso, riporta Bussetti, ma “i tempi per i concorsi sono molto più lunghi, ma inizieremo a farlo”.

Questo significa, a scanso di equivoci e per chiarire un aspetto molto richiesto dai nostri lettori, che il concorso sarà bandito entro il 2019 e le assunzioni dei vincitori però saranno effettuate a settembre 2020.

La legge di bilancio 2019 ha previsto infatti alcune modifiche al reclutamento dei docenti, andando ad abolire il percorso triennale FIT previsto dal decreto legislativo 59/2017.

Concorso scuola secondaria 2019: basta la laurea magistrale e 24 CFU

Prima di tutto bisogna ricordare che dal prossimo concorso scuola secondaria, potranno partecipare tutti i laureati  i candidati in possesso della laurea magistrale ma privi di abilitazione. A questo requisito, tuttavia, deve essere aggiunto il possesso dei 24 CFU, ovvero crediti formativi universitari nelle “discipline antropo-psico-pedagogiche e metodologie e tecnologie didattiche”, che restano requisito d’accesso come previsto dal Decreto Legislativo n. 59/2017.

Pertanto, per partecipare al prossimo concorso docenti non sarà necessario possedere un’abilitazione all’insegnamento (TFA o SSIS), ma solo i requisti appena descritti, ovvero laurea e 24 CFU.

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Per quanto riguarda i posti banditi per il sostegno, oltre ad i requisiti dei posti comuni, sarà necessario avere la specializzazione sul sostegno.

Concorso docenti 2019: per i precari superpunteggio e riserva del 10%

La riforma del reclutamento, ricordiamo, prevede che al concorso docenti 2019 possano partecipare i candidati con almeno tre anni di servizio negli ultimi otto. A questa categoria, tuttavia, è riservata una quota pari al 10% del totale.
Non solo: è stato approvato dall’XI Commissione lavoro del Senato un emendamento al decreto di conversione di “quota 100” teso a valorizzare l’esperienza e titoli di servizio nel prossimo concorso della scuola secondaria.

Ciò vuol dire che al prossimo concorso scuola scondaria 2019 debba essere attribuito ai titoli il 40%del punteggio finale e, all’interno di questa quota, che la metà sia riconosciuta al servizio. Nella pratica, ciò si traduce che nelle graduatorie di merito del concorso fino a 20 punti su un totale di 100, potranno andare ai titoli di servizio.

Tali precari, sono esonerati dal conseguimento dei 24 CFU.

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Concorso docenti 2019: per i posti di ITP si accede solo con il diploma

Al concorso scuola secondaria, potranno accedere con il solo requisito del diploma: “gli insegnanti tecnico-pratici sino al 2024/2025 potranno partecipare alle procedure concorsuali con il solo titolo di studio del diploma e senza l’obbligo del conseguimento dei 24 CFU.

In seguito, dopo l’anno scolastico 2024/2025, se non dovesse intervenire alcuna modifica, per gli ITP che vogliono partecipare al concorso sarà richiesta la laurea oppure un diploma dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica di primo livello, o in alternativa, un titolo equipollente o equiparato, in coerenza con le classi di concorso vigenti al momento dell’indizione del concorso, oltre ad i 24 CFU nelle “discipline antropo-psico-pedagogiche e metodologie e tecnologie didattiche”.

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La riforma del reclutamento

La riforma del reclutamento prevede la possibilità di concorrere in un’unica regione e per una sola classe di concorso “distintamente” per il primo e secondo grado e per i posti di sostegno.

Si formerà una graduatoria di vincitori che avrà valenza biennale, così come sarà biennale l’indizione delle procedure concorsuali.

Dopo il concorso niente FIT: solo un anno di formazione e prova

Una volta vinto il concorso, il docente inizierà un “percorso annuale di formazione iniziale e prova“. Questo percorso sarà quindi annuale, cioè una volta vinto il concorso, il docente dovrà frequentare questo anno di “transizione” alla cattedra definitiva. Prima però sarà necessaria una valutazione finale.

Pertanto, è stato abolito il sistema di formazione iniziale adottato dal decreto Legislativo n. 59/2017, in merito ai tre anni di formazione iniziale e tirocinio che i vincitori di concorso dovevano sostenere prima di entrare in ruolo.

Un volta superato l’anno e confermato in ruolo, il docente vincitore di concorso dovrà restare altri quattro anni nella stessa scuola in cui ha superato l’annualità di formazione e prova, per un totale di cinque anni di blocco sulla stessa sede.