Indicazioni più vincolanti alle commissioni d’esame

da Il Sole 24 Ore

di Claudio Tucci e Laura Virli

Si chiama “documento del 15 maggio”, e mai come quest’anno, con la nuova maturità, le informazioni che i consigli di classe dell’ultimo anno forniscono ai commissari diventano una sorta di bussola per i valutatori (in primis, per i tre membri esterni).

Il perché è presto detto. Fino allo scorso giugno queste indicazioni (sull’azione educativa e didattica realizzata dagli studenti – da pubblicare nell’albo digitale dell’istituto) avevano, nei fatti, un solo scopo: “aiutare” la commissione a predisporre il terzo scritto. Oggi, invece, con l’addio al “quizzone”, il documento del 15 maggio assume un’importanza cruciale. Da una parte, infatti, le nuove regole impongono ai consigli di classe di sviluppare in modo analitico e puntuale tale documento. Dall’altra, obbligano i commissari a tenerne conto in tutte le fasi dell’esame e, soprattutto, nella definizione di griglie di valutazione e seconda parte della prova scritta d’indirizzo nei professionali, e nell’individuazione dei materiali per la conduzione del colloquio. Insomma, una sorta di “freno” alle (in realtà, già limitate) libertà dei commissari; e certamente un “aiutino” in più per gli studenti. Specie, all’orale, visto che il nuovo colloquio prende avvio proprio con la trattazione di materiali proposti dalla commissione (analisi di testi, documenti, esperienze, progetti, problemi) in coerenza con quanto descritto, appunto, nel documento del 15 maggio.

Quindi, quali possono essere i contenuti da inserire nel documento? In primis, tutti gli elementi utili per rendere edotta la commissione sul percorso didattico svolto nel triennio. Pertanto, non solo i contenuti, ma anche le informazioni sulla progettazione didattica (metodi, mezzi, spazi, tempi). E, qualora sia stata realizzata una progettazione didattica pluri o interdisciplinare, è bene evidenziare moduli e unità di apprendimento svolte. Sarà, inoltre, utile inserire attività, percorsi e progetti che hanno coinvolto una parte (quale?) o tutta la classe in orario curricolare e/o extra curricolare (sempre nel rispetto delle Indicazioni nazionali e delle Linee guida), tra cui le attività, i percorsi e i progetti svolti nell’ambito di «Cittadinanza e costituzione» realizzati in coerenza con gli obiettivi del piano triennale dell’offerta formativa (percorsi di educazione alla legalità, alla cittadinanza attiva, progetti sui diritti umani, e così via). Sarà pure utile illustrare le modalità con le quali l’insegnamento di una disciplina non linguistica in lingua straniera è stato attivato con la metodologia Clil. Non dovrà mancare la descrizione delle attività di scuola-lavoro svolte. Possono, poi, essere allegati tutti gli atti e le certificazioni relativi alle prove effettuate e alle iniziative realizzate durante l’anno in vista dell’esame.

Ecco, perciò, che la commissione dovrà analizzare con attenzione il percorso didattico illustrato nel documento del 15 maggio. Che, è bene ricordarlo, va redatto tenendo conto delle indicazioni del Garante privacy. Vale a dire, non bisogna inserire dati personali o sensibili o informazioni superflue, come indicazione del genere, eventuali disabilità, ripetenze.