Copyright online: il Parlamento europeo approva la direttiva. Ecco cosa significa

da Tuttoscuola

Lo scorso 26 marzo è stata giornata storica per la proprietà intellettuale, la creatività, i diritti degli autori di musica, articoli e di contenuti culturali. La plenaria del Parlamento europeo ha approvato a Strasburgo, con 348 voti a favore, 274 contrari e 36 astenuti, la direttiva sul copyright online che estende alle piattaforme online gli obblighi del diritto d’autore.

In parole povere questo significa che Google (YouTube e Google News), Facebook e Instagram saranno responsabili dei contenuti che gli utenti caricano con l’obbligo di intervenire in caso di violazione del copyright. Le piattaforme online dovranno quindi negoziare con editori e artisti il pagamento di un compenso per l’utilizzo dei contenuti. I giornalisti dovranno ottenere una quota delle entrate legate al diritto d’autore.

Noi europei dobbiamo avere una grande ambizione con la direttiva sul copyright: far capire al mondo che anche gli attori dell’ecosistema digitale non possono calpestare diritti, violare la dignità delle persone, sfruttare e sottopagare il lavoro di altri, ignorare la fatica di investire in competenze e professionalità, armare campagne diffamatorie contro i rappresentanti dei cittadini quando si toccano i loro interessi commerciali miliardari” ha detto la parlamentare europea Silvia Costa (PD).

Ai giovani va detto: la vera libertà è la garanzia dell’accesso alla conoscenza non manipolata o omologata – ha continuato Costa – e dare valore al lavoro intellettuale anche dei loro coetanei. Significa anche assicurare la certezza della responsabilità di chi ha posizioni dominanti sulla rete e rastrella miliardi di pubblicità su contenuti prodotti da altri senza alimentare la catena del valore Quindi oggi è un grande giorno per la democrazia e la giustizia in Europa“.

Scopo della direttiva dovrebbe essere quello di incentivare la stipula di accordi e dovrebbe rivolgersi solo alle aziende di grandi dimensioni, visto che si esclude o si limita le responsabilità di società con fatturato inferiore ai 10 milioni o meno di tre anni di attività alle spalle.