I bambini adottati vengono spesso isolati e bullizzati

da Il Sole 24 Ore

Il 91.5% dei minori arrivati in Italia per una adozione non ha ricevuto alcuna scolarizzazione durante gli anni precedenti all’adozione. E quanto all’inserimento dei figli adottivi nella scuola italiana, le difficoltà che maggiormente si incontrano non sono solo a livello didattico, ma sono soprattutto legate ad una «mancata accoglienza», causata anche della scarsa conoscenza da parte del corpo docente delle specificità dell’adozione. Questa situazione non permette di mettere in atto una rete a supporto dell’alunno adottato, tra scuola e famiglia. E’ quanto emerge da un rapporto su scuola e adozione presentato venerdì scorso dall’Unione famiglie adottive italiane (Ufai).

Gli iscritti coinvolti nella raccolta dati sono stati complessivamente 1572: il 93.4% con figli adottati tramite procedura internazionale e il 6,6% con figli provenienti da adozione nazionale. Il 71% degli intervistati ha riferito che i propri figli adottati sono stati vittime a scuola di episodi ripetuti di bullismo; il 65% che il figlio ha faticato a creare rapporti d’amicizia, il 66% che si sente escluso dal gruppo-classe, il 74% che è isolato, l’84% che il figlio ha riferito di essere stato saltuariamente offeso con parolacce e insulti.

L’età media dei genitori adottivi del campione intervistato va dai 35 ai 55 anni, senza apprezzabili differenze tra donne e uomini. Il grado di istruzione delle famiglie adottive si attesta su un livello medio-alto e la maggioranza delle famiglie adottive risulta avere entrambi i genitori occupati (57,8%).

Lo studio rileva la condizione relativa alle famiglie dove uno dei due genitori, e in particolare le madri, hanno lasciato l’occupazione per dedicarsi pienamente al figlio o ai figli (42,2% di famiglie con un genitore occupato, il 22,2% hanno le mamme che hanno rinunciato all’attività lavorativa).

L’ età media di ingresso dei bimbi si attesta intorno ai 6,5 anni, quindi in età scolare e con un basso grado di scolarizzazione relativamente al Paese di provenienza del minore.

«Dai dati – spiega Gianluca Rocchi, segretario Generale Ufai – emerge che gli alunni adottivi sono ancora in forte sofferenza in ambito scolastico poiché non si è raggiunto un livello adeguato della cultura dell’adozione, preparazione da parte del personale docente,
sinergia scuola-famiglia, tutti elementi che possono garantire un’adeguata accoglienza e successo scolastico. Emergono anche dati preoccupanti per quanto riguarda il bullismo, Cyberbullismo e disturbi alimentari, tutte criticità che richiedono azioni immediate, senza rimandare oltre un intervento decisivo».