Precari, compromesso M5s-Lega

da ItaliaOggi

Alessandra Ricciardi

Obiettivo, depotenziare lo sciopero della scuola del 27 maggio. Per riuscirci non c’è tanto tempo. E la soluzione che si metterà in campo comunque sarà parziale rispetto alle attese e alle richieste. Ma comunque sarà una risposta. A prepararla è il ministro dell’istruzione, università e ricerca, Marco Bussetti, dopo il vertice di maggioranza Lega-M5s che si è tenuto la scorsa settimana sul precariato nella scuola. Nessuno spazio di trattativa, invece, sull’università.

In questi giorni si terrà il secondo round che dovrà definire i dettagli dell’operazione. Il veicolo legislativo individuato è il decreto legge Crescita. Ad evidenziare che la soluzione è frutto dell’accordo tra i gruppi di maggioranza, il testo verrà proposto come emendamento parlamentare.

Per il reclutamento è confermato il ricorso al concorso ordinario, per il 2020 si prevede l’immissione in ruolo di 67 mila nuovi docenti, 50 mila per le scuole medie e superiori, dei quali 7 mila sull sostegno, e 17 mila per infanzia e primaria. Per dare risposta ai precari di terza fascia, con più di tre anni di servizio alle spalle, ci si è accordati per la previsione di una quota di riserva nella selezione ordinaria, strada preferita al concorso riservato su cui tra l’altro pende a maggio il giudizio della Corte costituzionale.

E dunque per i precari già al lavoro si prefigura la partecipazione alla selezione ordinaria con una riserva dei posti a cui poter accedere che dovrebbe essere fissata, secondo quanto risulta a ItaliaOggi, al 35%. Questa la mediazione tra le istanze della Lega, che puntava al massimo, il 50%, e quelle del Movimento5stelle, che invece ha evidenziato la necessità di una riserva più bassa di posti. Per tutti i triennalisti non ci sarà la prova preselettiva, ipotesi finita sul banco degli accusati per aver svantaggiato in passato aspiranti docenti più adulti rispetto a quelli freschi di laurea.

Niente da fare invece, salvo colpi di scena, per il concorso straordinario. E neppure per un eventuale Pas, il percorso abilitante speciale, che sarebbe di aiuto ai precari per l’immissione in graduatoria nell’ipotesi di una riapertura a 360% delle Gae. Entrambi niente affatto sgraditi agli ambienti della Lega che ne hanno evidenziato i benefici anche in termini di celerità rispetto alla procedura concorsuale.

La selezione ordinaria che sarà avviata per l’estate non consentirà ai futuri vincitori di salire in cattedra prima dell’anno scolastico 2020/2021. Per il prossimo settembre dunque si prospetta una situazione critica, con circa 80 mila cattedre che potrebbero andare a supplenza sull’organico di diritto, oltre ai posti che andranno coperti in organico di fatto. La somma potrebbe arrivare a sfiorare i 120 mila-150 mila contratti di supplenza.

«Il concorso ordinario annunciato dal ministro è una risposta ma non è la sola necessaria. Non è sufficiente a dare continuità e stabilità alla scuola», evidenzia Pino Turi, segretario della Uil scuola, «i tempi del concorso infatti sono incompatibili con la situazione di vera e propria emergenza che avremo a settembre e che richiede soluzioni straordinarie». Anche l’imminente rinnovo delle Gae non è una chance, «ci si limiterà ai soli trasferimenti di provincia, senza nuovi ingressi, e dunque non basteranno ad assicurare il fabbisogno di docenti», ragiona la numero uno della Cisl scuola, Maddalena Gissi, «logica ed equità vorrebbero che si imboccasse la via di una stabilizzazione dei rapporti di lavoro precario in atto». Prende atto dei buoni proposti del ministro, Francesco Sinopoli, segretario della Flc-Cgil, «ma non si va da nessuna parte senza l’avvio di una fase transitoria e straordinaria di reclutamento e il rilancio degli investimenti per i settori della conoscenza». Lo sciopero infatti resta confermato.