In Italia il 10% dei minori ha genitori immigrati. Il Garante per l’infanzia: più inclusione

da Il Sole 24 Ore

di Alessia Tripodi

Un minorenne su dieci, in Italia, ha genitori immigrati. Si tratta di un milione di under 18, equamente ripartiti tra maschi e femmine, che a causa della provenienza della loro famiglia, affrontano discriminazioni e malintesi, come quello di essere considerati stranieri, anche se parlano e vivono da italiani. È l’allarme lanciato dall’Autorità garante per l’infanzia (Agia), che ha messo a punto una serie di raccomandazioni anti-discriminazione rivolte a ministeri, regioni, comuni, servizi sociali, assistenti sociali e giornalisti. Le proposte sono contenute nel documento “L’inclusione e la partecipazione delle nuove generazioni di origine immigrata. Focus sulla condizione femminile”, realizzato con l’Istituto degli Innocenti di Firenze e presentato ieri a Roma.

I numeri
Secondo i dati Istat, aggiornati al 1° gennaio 2018, in Italia gli under 18 con genitori immigrati sono 1.041.177 su un totale di popolazione minorile di 9.806.357 ragazzi. Dal 1993 al 2014, sempre secondo l’Istat, sono nati nel nostro Paese quasi 971 mila bambini da genitori stranieri, con una tendenza alla crescita che si è però invertita negli ultimi anni: dopo oltre vent’anni di incrementi, stanno diminuendo le nascite da genitori immigrati in Italia. Erano quasi 80 mila nel 2012, nel 2015 erano poco più di 72 mila, e alla fine del 2017 erano 67.933 quelli con entrambi i genitori di origini immigrate. Si tratta comunque di quasi il 15% delle nascite complessive, con marcate sperequazioni territoriali: si va da punte superiori al 20% nelle regioni settentrionali a un 5% nel Mezzogiorno e nelle Isole. Fino a qualche anno fa, la maggioranza di questi bambini e ragazzi era nata all’estero e poi ricongiunta. Oggi invece la grande maggioranza è nata in Italia: oltre 7 su 10. Ragazzi che – emerge dallo studio – si trovano a far da mediatori tra due culture, quasi fossero talora genitori dei loro stessi genitori.

Le raccomandazioni
Tra le raccomandazioni presentate dal Garante c’è la sensibilizzazione del personale che entra in contatto con bambini e ragazzi di nuova generazioni sulle loro specificità culturali, in particolare a scuola. E ancora: la presenza di mediatori linguistici e culturali ai colloqui dei genitori con gli insegnanti. Particolare attenzione è stata attribuita, a scuola, alla cultura della prevenzione, in termini di educazione alla relazione e alla salute riproduttiva e sessuale e, presso i consultori, all’informazione sull’esistenza di sportelli di educazione alla salute e alla sessualità.

La Garante: nuova generazione ha pari diritti
«Quelli di nuova generazione sono bambini e ragazzi per i quali i diritti della Convenzione di New York valgono come per tutti i loro coetanei», ha dichiarato la Garante per l’Infanzia, Filomena Albano. «Fino a qualche anno fa – ricorda – erano soprattutto ragazzi nati all’estero. Oggi la maggioranza, sette su 10, è nata in Italia. Con lo studio avviato a maggio scorso dalla Consulta delle associazioni e delle organizzazioni dell’Agia abbiamo rilevato buone pratiche e criticità, grazie a docenti universitari, esperti, magistrati, avvocati e rappresentanti delle associazioni dei ragazzi di seconda generazione e delle comunità straniere in Italia». «Abbiamo ascoltato – ha proseguito – la voce dei ragazzi di
nuova generazione, e ne sono scaturite una serie di indicazioni sulle azioni possibili per la loro inclusione e partecipazione. Azioni che le istituzioni, in particolare la scuola, gli operatori, i professionisti e le organizzazioni sono sollecitate a porre in
atto». Così come «l’Ordine dei giornalisti, che abbiamo invitato a collaborare – aggiunge – perchè anche il linguaggio e le narrazioni che riguardano i giovani immigrati hanno bisogno di una revisione».