Per la scomparsa di un Maestro

Per la scomparsa di un Maestro

di Agostina Melucci

 

Tutta la scuola d’Italia, e non solo (pensiamo al Brasile) ha appreso con dolore la notizia della morte di Gianfranco Zavalloni. Avremo sempre in mente la sua persona di intellettuale, di politico, di uomo profondamente buono. Un uomo vero, libero da schemi e capace di verità, dal tratto lieve, gentile e schietto al contempo, presente a tutti nella generosa offerta di sé e delle proprie intuizioni.

Noi lo ricordiamo soprattutto come uomo di scuola. Nato a questa missione come maestro di scuola d’infanzia (fortunati quei bambini!), passò poi presto alla funzione che oggi si vuol chiamare dirigenziale, ma che Egli interpretò sempre come di testimonianza e di orientamento culturale e didattico, una funzione magistrale estesa dai ragazzi agli adulti che lavorano nella scuola, alla intera comunità scolastica e civile. Un vero Maestro, il nome con cui amiamo ricordarlo.

Ricordiamo tutti le sue battaglie: per la natura, vera educatrice dell’umanità, per la giustizia e i diritti dei bambini, per l’arte, in cui si prodigò non solo come promotore di eventi estetici ma anche con la produzione diretta di numerose opere di grande pregio, fino alla riscoperta dell’arte dei burattini. Ricordiamo le sue sacrosante polemiche contro la frenesia didatticistica, l’ansia di risultato ostensibile, le tecnologie usate a sproposito (il suo “movimento contro le fotocopie”) e la sua proposta di una scuola creativa e perciò lenta (vedi La pedagogia della lumaca), serena, a lungo termine autenticamente produttiva.

Ora che Gianfranco scompare dalla vista (ma continueremo a vederlo attraverso i suoi disegni, la sua fattoria, i suoi lavori di artigianato artistico) il Suo insegnamento proseguirà attraverso i suoi testi. Ci piace riprodurre ancora una volta uno dei maggiormente significativi, il Manifesto dei diritti naturali dei bambini:

 

-Il diritto all’ozio, a vivere momenti di tempo non programmato dagli adulti;

-il diritto a sporcarsi, a giocare con la sabbia, la terra, l’erba, le foglie, l’acqua, i sassi, i rametti;

-il diritto agli odori, a percepire il gusto degli odori, riconoscere i profumi offerti dalla natura;

-il diritto al dialogo, ad ascoltatore e poter prendere la parola, interloquire e dialogare;

-il diritto all’uso delle mani, a piantare chiodi, segare e raspare legni, scartavetrare, incollare, plasmare la creta, legare corde, accendere un fuoco,

-il diritto ad un buon inizio, a mangiare cibi sani fin dalla nascita, bere acqua pulita e respirare aria pura, il diritto alla strada, a giocare in piazza liberamente, a camminare per le strade

-il diritto al selvaggio, a costruire un rifugio-gioco nei boschetti, ad avere canneti in cui nascondersi, alberi su cui arrampicarsi

-il diritto al silenzio, ad ascoltare il soffio del vento, il canto degli uccelli, il gorgogliare dell’acqua,

-il diritto alle sfumature, a vedere il sorgere del sole e il suo tramonto, ad ammirare, nella notte, la luna e le stelle.

 

Ora Gianfranco è una stella.

 

Agostina Melucci, insieme a Gabriele Boselli e Marina Seganti