Lotta alla dispersione scolastica, la Liguria mette in palio le borse di studio

da Il Sole 24 Ore

di Amedeo Di Filippo

Con uno specifico avviso, la Regione Liguria mette a disposizione degli studenti delle secondarie di secondo grado le borse di studio finalizzate a contrastare la dispersione scolastica. La scadenza è fissata al 30 aprile.

Il fenomeno
La Cabina di regia per la lotta alla dispersione scolastica e alla povertà educativa, attiva presso il Miur, nel gennaio 2018 metteva in evidenza che la dispersione scolastica non è un epifenomeno marginale, è “il problema”, una emergenza nazionale e come tale deve essere trattata. È un fenomeno multifattoriale e va affrontato con una politica di ampio respiro che veda l’impegno attivo, costante e concorde di tutti.

La situazione dell’Italia è migliorata negli ultimi lustri, tuttavia rimane estremamente critica per l’intreccio di tre elementi che, insieme, disegnano una crisi strutturale: 1) alti tassi di abbandono uniti a molte ripetenze; 2) alto numero di ragazzi con bassi livelli nelle conoscenze oggi irrinunciabili ai fini dello sviluppo sociale e personale nonché per esercitare la cittadinanza; 3) forte presenza della povertà minorile.

Viviamo in una situazione di squilibrio demografico: facciamo pochi figli e ancora troppi di questi vivono un fallimento formativo che ne condiziona pesantemente la vita. E poiché a cadere fuori dal sistema d’istruzione e formazione sono quasi sempre i figli di genitori poveri con bassi livelli d’istruzione e che vivono in situazioni multi-fattoriali di esclusione, la nostra scuola mostra di avere indebolito la sua decisiva funzione democratica di ascensore sociale: a 50 anni dalla denuncia di don Milani, la nostra scuola è ancora “di classe”.

Le proposte
Della dispersione scolastica si sono occupati in molti e le indicazioni sono concordi: incrementare l’accesso ai nidi e scuole dell’infanzia, soprattutto al Sud; qualificare i percorsi di istruzione e formazione professionale; creare idonei ambienti di apprendimento con un piano di formazione dei docenti; adottare un’anagrafe nazionale dello studente; promuovere interventi nei confronti delle famiglie degli studenti a rischio, potenziandone i compiti e le capacità educative.

Gli obiettivi: aumentare gli investimenti per rendere le scuole più sicure, accoglienti e inclusive; aumentare i servizi per la prima infanzia e i programmi di sostegno alla genitorialità; sostenere le buone pratiche preventive, a partire da quelle molto precoci dedicate all’infanzia; promuovere un piano mense di qualità in ogni scuola; estendere il tempo prolungato e pieno; promuovere orchestre, gruppi musicali, cori, attività di danza, sport; rafforzare le dotazioni di organico, soprattutto per BES e disabili; rafforzare il coordinamento nazionale e le esperienze di inclusione di bambini/ragazzi stranieri; favorire la didattica laboratoriale; promuovere forme di tutoring e mentoring dei ragazzi lungo i percorsi; sostenere l’innovazione digitale.

I servizi
La politica però non è stata con le mani in mano. Col Dlgs 63/2017, auspice la legge sulla “buona scuola”, si è assunta l’incarico di perseguire su tutto il territorio nazionale l’effettività del diritto allo studio fino al completamento del percorso di istruzione secondaria di secondo grado, individuando le modalità delle prestazioni in relazione ai servizi erogati dallo Stato, dalle regioni e dagli enti locali. La scommessa è sui servizi di trasporto, mense, libri di testo e strumenti didattici, servizi per i discenti ricoverati in ospedale, in case di cura e riabilitazione o in istruzione domiciliare.

Tra questi servizi vi sono le borse di studio, che l’articolo 9 del decreto delegato del 2017 espressamente finalizza a «contrastare il fenomeno della dispersione scolastica», istituendo nello stato di previsione del Miur il Fondo unico per il welfare dello studente e per il diritto allo studio, con una dotazione di 30 milioni di euro per il 2017, 33,4 milioni per il 2018 e 39,7 milioni annui a decorrere dal 2019. I relativi contributi sono esenti da ogni imposizione fiscale e sono erogati per il tramite del sistema di voucher associato alla Carta dello studente.

I voucher della Regione Liguria
Si inserisce in questo contesto l’iniziativa della Regione Liguria che, col documento segnalato, illustra le modalità di erogazione delle borse di studio-voucher per l’anno scolastico 2018/2019. Il beneficio è riferito agli studenti iscritti agli istituti della scuola secondaria di II grado residenti nella Regione le cui famiglie abbiano un Isee non superiore a 15.748,78 euro. L’importo della borsa è di 200 euro, che può arrivare fino ad un massimo di 500 qualora gli studenti inseriti nella graduatoria siano tutti al minimo.

Il voucher può essere utilizzato per l’acquisto di libri di testo, soluzioni per mobilità e trasporti, beni e servizi di natura culturale. Le domande vanno presentate on line collegandosi all’Agenzia regionale per gli studenti e l’orientamento entro il prossimo 30 aprile. La graduatoria verrà stilata in base all’ordine crescente dell’Isee.