l’unico vero sciopero era e resta il 10 maggio

Come era prevedibile la farsa del 17 Maggio è finita, con i due attori principali, sindacati gialli e governo, che nella scena finale chiudono il sipario con un accordo sul nulla, con vaghe promesse sui precari con 36 mesi di servizio e “corposi” aumenti stipendiali, mentre nulla di nulla si prevede per la risoluzione dei problemi della mobilità docente, per le assunzioni ATA, e men che meno sulla regionalizzazione.

Ancora una volta la finta concertazione ha prodotto un topolino con cui si cerca di prendere in giro i precari, i lavoratori di ruolo e la scuola pubblica statale tutta, ma questa volta il prezzo da pagare sarà altissimo, perché l’autonomia differenziata cambierà radicalmente il volto dell’istruzione pubblica statale.

Ai precari vengono promessi percorsi riservati che prevedono comunque prove concorsuali, mentre per i contratti si promettono stanziamenti “corposi” senza che una cifra sia messa su carta.

Sul “compartone” Istruzione e Ricerca, in cui sono stati forzatamente costretti i tre settori Scuola, Università e Ricerca, che in realtà non hanno nulla in comune dal punto di vista contrattuale, non è stato fatto neanche un accenno involontario.

Ma la cosa più preoccupante è come l’accordo non preveda alcun riferimento alla regionalizzazione, dopo che i sindacati concertativi – insieme a quasi tutti il sindacalismo di base – avevano messo al centro dello sciopero questo tema con assemblee e convegni unitari. L’USB ha avviato un percorso di lotta contro la regionalizzazione, una secessione camuffata, che resta al centro delle mobilitazioni della Scuola e dell’intero Pubblico Impiego, il 10 maggio e non solo, perché crediamo fermamente che i diritti dei nostri studenti e dei lavoratori debbano essere identici in ogni regione del Paese.

L’unità è finita, perché l’unità è un feticcio utilizzato dai sindacati collaborazionisti per manipolare le giuste aspettative dei lavoratori della scuola, ma l’unica unità vera a cui mirano CGIL-CISL-UIL, Snals e Gilda è quella con il potere per garantire la propria esistenza, come era già stato dimostrato immediatamente dopo lo sciopero del 5 maggio 2015: la grande ammucchiata è stata ed è funzionale al mantenimento dello status quo e al rabbonimento dei lavoratori.

Confermiamo lo sciopero della scuola il 10 Maggio, nella giornata dello sciopero generale dell’intero Pubblico Impiego proclamato da USB, ed invita le realtà del sindacalismo di base che non si accontentano delle promesse pre-elettorali a convergere su questa data che era ed è ancora di più l’unico sciopero vero contro la regionalizzazione, per la stabilizzazione definitiva dei precari della scuola, per una giusta mobilità e per aumenti stipendiali veri.