C. Durastanti, La straniera

Claudia Durastanti, La straniera

La Nave di Teseo”, 2019

di Mario Coviello

Per il mio compleanno, per i miei 69 anni, mio figlio Massimiliano mi ha regalato il romanzo di Claudia Durastanti “ La straniera” .
Una donna con i capelli bruni corti e un cappotto rosso,con il viso immerso in una parete rosso fuoco, la copertina del libro, mi ha stranamente colpito. Il sommario delle 281 pagine mi ha incuriosito : Famiglia,Viaggi, Salute, Lavoro& Denaro, Amore, Di che segno sei. E mentre scrivo mi accorgo che i capitoli del libro sono quello che si chiede a un oroscopo, subito dopo aver ricordato a se stessi il proprio segno zodiacale.
“ La straniera” mi ha preso subito, come non mi accadeva da tempo. Vengo da mesi di libri cominciati e lasciati presto, non divorati come facevo un tempo per scoprirmi e ritrovarmi in quello che leggo.La Durastanti scrive in prima persona e con una scrittura folgorante, piana e profonda. Comincia il romanzo raccontando di sua madre e suo padre. Due persone sorde che si sono amate e fatte male, in maniera folle e assoluta. Claudia racconta il rapporto con la madre e il padre, l’ infanzia e l’adolescenza nei mesi estivi in America, presso parenti emigrati, e il resto dell’anno a San Martino d’Agri, in provincia di Matera.
Così ha deciso la madre quando Claudia ha sette anni e da Brooklin arriva in Basilicata, in un piccolo paese sperduto tra i calanchi. Ha imparato solo l’italiano degli emigrati e conosce bene oltre l’inglese, la lingua inventata che usa per comunicare con la madre.
E’ lei a scuola, “la straniera”, figlia della sorda che gira a piedi per i paesi, trascinata dalla madre “strana”, che raccoglie foglie, piume d’uccelli, per fare quadri che non vende.
Claudia ha un rapporto forte con il fratello più grande che la protegge e la sostiene. Deve imparare a vivere non solo con la madre che non ha il necessario per tirare avanti, ma anche con il padre che spesso appare e la sconvolge con la sua rabbia, fino a rapirla per avere l’attenzione della moglie, che si è allontanata da lui per non essere distrutta.
“ La straniera” nella seconda parte diventa un romanzo- saggio sul sud, sugli anni settanta, ottanta, novanta, sulle torri gemelle e la Brexit, su Londra, la letteratura, la scrittura e la traduzione.
“ La straniera diventa un saggio sull’amore. Un saggio ricco di richiami musicali, letterari, sociologici. Claudia Durastanti non si stanca di scavare dentro di sè e nel tempo che ha vissuto e vive. Nelle sue azioni e scelte. Sempre alla ricerca di senso e significato.

Claudia Durastanti
Ho amato meno questa seconda parte del romanzo-saggio, e ho continuato ad ammirarne la scrittura, la profondità della cultura dell’autrice, l’assoluta crudeltà nel sezionarsi.
Vi consiglio questo romanzo perchè aiuta a guardarsi dentro. Perchè racconta quell’infanzia e adolescenza difficile che molti di noi hanno vissuto. Perchè sviscera il rapporto con i genitori e le persone che amiamo e abbiamo amato. Perchè racconta di romanzi e canzoni nelle quali ci siamo ritrovati. Perchè narra la “diversità” e la fatica di viverla e valorizzarla.
Ho scritto di getto queste mie riflessioni subito dopo aver letto le ultime righe de “ La straniera : “ Ho ascoltato mia madre, e non ho dimenticato di essere una “persona”…..Quando tutto cade, indomito l’amore resta. Ma è una storia vera ?”