Maturità 2019, prova orale: i materiali devono essere coerenti con gli obiettivi del PECUP

da La Tecnica della Scuola

Di Aldo Domenico Ficara

Il colloquio degli esami di Stato 2019 del II ciclo viene avviato con l’analisi e il commento del materiale che la commissione propone al candidato (decreto ministeriale n.37 del 2019 ), per poi svilupparsi in una più ampia e distesa trattazione di carattere pluridisciplinare che espliciti al meglio il conseguimento degli obiettivi del profilo educativo, culturale e professionale (PECUP). Pertanto la scelta dei materiali risulta di fondamentale importanza.

Esami di Stato 2019: le tipologie dei materiali

In coerenza con il quadro normativo, i materiali possono essere di diverso tipo. Essi possono essere costituiti da:

  • testi (es. brani in poesia o in prosa, in lingua italiana o straniera);
  • documenti (es. spunti tratti da giornali o riviste, foto di beni artistici e monumenti, riproduzioni di opere d’arte, ma anche grafici, tabelle con dati significativi, etc.);
  • esperienze e progetti (es.: spunti tratti anche dal documento del consiglio di classe)
  • problemi (es.: situazioni problematiche legate alla specificità dell’indirizzo, semplici casi pratici e professionali).

Inoltre è opportuno che la commissione, in sede di riunione preliminare, individui i criteri alla base della scelta e la tipologia dei materiali da proporre ai candidati ( Circolare Ministeriale del 6 maggio 2019 ). Si ritiene che tra tali criteri possano essere inseriti:

  • la coerenza con gli obiettivi del PECUP;
  • la coerenza con il percorso didattico effettivamente svolto (documento del consiglio di classe);
  • la possibilità di trarre spunti per un colloquio pluridisciplinare

Esami di Stato 2019: attenzione alla scelta delle tipologie

Al fine di non creare disparità di trattamento tra i candidati, la commissione porrà particolare attenzione alla scelta delle tipologie, anche in relazione alla natura degli indirizzi, e all’equivalenza del livello di complessità dei materiali.

A tal riguardo si ricorda che il secondo ciclo di istruzione e formazione ha come riferimento unitario il profilo educativo, culturale e professionale definito dal decreto legislativo 17 ottobre 2005, n. 226, allegato A). Esso è finalizzato a:

  1. la crescita educativa, culturale e professionale dei giovani, per trasformare la molteplicità dei saperi in un sapere unitario, dotato di senso, ricco di motivazioni;
  2. lo sviluppo dell’autonoma capacità di giudizio;
  3. l’esercizio della responsabilità personale e sociale.

Il Profilo sottolinea, in continuità con il primo ciclo, la dimensione trasversale ai differenti percorsi di istruzione e di formazione frequentati dallo studente, evidenziando che le conoscenze disciplinari e interdisciplinari (il sapere) e le abilità operative apprese (il fare consapevole), nonché l’insieme delle azioni e delle relazioni interpersonali intessute (l’agire) siano la condizione per maturare le competenze che arricchiscono la personalità dello studente e lo rendono autonomo costruttore di se stesso in tutti i campi della esperienza umana, sociale e professionale.

Nel secondo ciclo, gli studenti sono tenuti ad assolvere al diritto-dovere all’istruzione e alla formazione sino al conseguimento di un titolo di studio di durata quinquennale o almeno di una qualifica di durata triennale entro il diciottesimo anno di età. Allo scopo di garantire il più possibile che “nessuno resti escluso” e che “ognuno venga valorizzato”, il secondo ciclo è articolato nei percorsi dell’istruzione secondaria superiore (licei, istituti tecnici, istituti professionali) e nei percorsi del sistema dell’istruzione e della formazione professionale di competenza regionale, presidiati dai livelli essenziali delle prestazioni definiti a livello nazionale. In questo ambito gli studenti completano anche l’obbligo di istruzione di cui al regolamento emanato con decreto del Ministro della pubblica istruzione 22 agosto 2007, n. 139.