Tristezza e rabbia

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Tristezza e rabbia
Agli amici dell’ANDiS

di Maurizio Tiriticco

I dirigenti scolastici dell’”Assocazione Nazionale Dirigenti scolastici” lo scorso 31 maggio hanno inviato al Ministro dell’Istruzione una lettera dal titolo assai significativo: “Tristezza e rabbia: L’ANDiS chiede un incontro urgente per affrontare le questioni della dirigenza scolastica”. Ed in un comunicato si scrive: “Il Presidente Marotta chiede un incontro urgente ai Presidenti della VII Commissione Cultura di Camera e Senato, al Ministro della Funzione pubblica e al Ministro dell’Istruzione per affrontare, insieme alle Associazioni professionali dei Dirigenti Scolastici e alle OO.SS di Area le problematiche specifiche della dirigenza scolastica”. Mi sono sentito in dovere di condividere le preoccupazioni e le richieste dei miei amici dell’ANDiS, inviando loro la seguente lettera.

“”””Carissimi! Ho letto la lettera che avete inviato a chi di dovere! Per quanto ne so – dai miei giri nelle scuole – colgo che il lavoro del DS oggi è gravoso, estenuante, pieno di responsabilità, ma purtroppo scarsamente riconosciuto e valorizzato sia dalla pubblica opinione che – e ciò è ben più grave – dall’amministrazione scolastica e dalla politica in genere! La solfa è quella di sempre. Il Miur e, purtroppo, la stessa opinione pubblica, dicono a voi e a chi insegna: Ma che volete? Tre mesi di ferie, pomeriggio a casa, sabato in genere libero… e chi più ne ha, più ne metta! MAGARI FOSSE COSI’! Ricordo le grandi battaglie di tanti anni fa, quando eravate o direttori didattici o presidi, perché, per gli impegni e le responsabilità che vi sono da sempre affidate, vi fosse riconosciuta la dirigenza! E’ stata una lotta che vi ha visti vincitori! Siete divenuti dirigenti, ma… Pirro è sempre in agguato! Volete la dirigenza? Prendetevela! Ma in cambio, pigliatevi pure queste incombenze! E non sto ad elencarle! Insomma, nel corso degli anni, prima con il varo dell’autonomia delle istituzioni scolastiche (nel contesto/scenario di una profonda modifica di tutta la pubblica amministrazione, di cui alla legge 59/97), poi con le “modifiche al Titolo V…” del 2001, poi con la Legge107 – e chissà quante altre norme ho dimenticato – insomma… vi hanno appioppato una bella fregatura! Come si suol dire! E chi lo avrebbe mai creduto!?

“”””Ricordo che in quegli anni scrissi anche un libro per Anicia, proprio pensando ad una scuola rinnovata nei suoi contenuti e nelle sue finalità, e che quindi avrebbe richiesto una nuova dirigenza. Si intitolava “L’apprendimento organizzativo nella scuola dell’autonomia. I nuovi orizzonti culturali di dirigenti scolastici e docenti”. Delineavo una nuova figura di DS. Quante speranze! Quante illusioni! Oggi alla scuola si chiede tanto, implicitamente più che esplicitamente! Perché l’istruzione, l’educazione e la formazione per un giovane, finalizzate al suo personale successo formativo – lo dicono la norma, ma anche il mondo reale – sono importanti, essenziali e determinati in un Paese, in un’Europa, in un mondo in cui problemi sempre nuovi si presentano giorno dopo giorno. E sono problemi che richiedono a chi lavora una preparazione scolastica inferiore e superiore sempre più forte. Ma nel nostro Paese purtroppo non è così! La scuola – l’ho scritto e l’ho detto centinaia di volte – è sempre quella che ho frequentata io, negli anni trenta e quaranta del secolo scorso. Classi d’età, cattedre, campanelle, ben scandite! Eppure l’articolo 4 del dpr sull’autonomia prevede tante possibilità di cambiamento! Ma cambiare richiede intelligenza, disponibilità, curiosità, sfida! Macchimelofaffare!!! Questa è stata la risposta degli operatori scolastici! Tranne rare eccezioni, ovviamente!

“”””Purtroppo il mondo cambia, le conoscenze si sviluppano sempre più velocemente. Oggi e sempre più domani necessitano competenze sempre nuove, competenze più mirate e fortemente più operative! E di cittadinanza! Che non è una parola vuota! E ce lo ricorda anche l’Europa, come si suol dire. Si veda al proposito l’ultima Raccomandazione del Consiglio dell’Unione Europea, quella del 22 maggio 2018, riguardante, appunto, le “competenze chiave per l’apprendimento permanente. In cui si insiste sul lavoro cooperativo. In realtà, il lavoro individuale oggi è sempre più superato dal lavoro di squadra! Una formula assolutamente nuova! Che vede ed esige, appunto legami nuovi, interazioni nuove rispetto al passato, riassumibili in questa sequenza: uomo-uomo-tecnologia-macchina-processo-prodotto! Il mondo del lavoro sta subendo modifiche tremende! Ed in forza dell’utilizzazione sempre più diffusa e sempre più sofisticata delle TIC, certe figure professionali o scompaiono giorno dopo giorno o subiscono profonde modifiche, sempre giorno dopo giorno! E la nostra scuola che fa? Impegna i nostri operatori ad adempimenti che oserei dire bizzarri, dal Rav al Pdm e non so che! Ma le Indicazioni nazionali e le Linee guida incidono poco, se non nulla, nel “fare scuola” quotidiano. I registri oggi sono elettronici, ma la valutazione è quella di sempre, decimale! E alcune scuola si vedono costrette di cassare – extra legem – i primi tre voti per non creare ansia e sconcerto nei “poveri alunni”! Ma io i due e i tre me ne sono presi tanti! E ho faticato tanto per diventare insegnante, preside e ispettore! Altri tempi, come si suol dire! E, mentre si giocherella con i voti, la misurazione di una prova è una pratica aliena alla nostra scuola e alla stessa nostra amministrazione! La quale, nei suoi dpr e/o om sulla valutazione, di tutto scrive tranne che di misurazione. Per non dire poi della certificazione delle competenze! Un esercizio cartaceo! Le eccezioni ci sono sempre, certamente, ma quel che conta è il concreto saper fare reale diffuso e quotidiano. Comunque, non bisogna essere pessimisti! Per cui, evviva il cambiamento prossimo venturo!””””