Scuola e Impresa 4.0: momento di scelte e decisioni strategiche

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da Tuttoscuola

La società tecnologica, definita anche della conoscenza perché non solo oggi occorre sapere di più ma è anche necessario un diverso modo di fare sintesi tra aspetto teorico e pratico, è al centro di un cambiamento profondo e continuo. L’innovazione, andando oltre la meccanizzazione e l’automazione, incide sui modi, sui tempi con cui si produce e si condivide la conoscenza. A fronte di questo scenario “il paese si sente deluso, tradito da un sistema che non riesce a garantire crescita, stabilità, sicurezza economica, prospettive per il futuro” (RI 2018 – Documento di Sintesi 30° Rapporto Italia – Eurispes). Ne abbiamo parlato nell’ultimo numero di Tuttoscuola in un articolo a firma di Alfonso Rubinacci di cui riportiamo un’anticipazione.

Questo contesto economico-sociale, caratterizzato da fragilità, criticità e confusione, sollecita la necessità di mettere in campo politiche e progetti idonei ad affrontare le grandi sfide della rivoluzione tecnologica e digitale. La scuola, alla quale, come sempre, spetta la responsabilità di accompagnare i giovani nella loro costruzione e realizzazione come soggetti attivi dell’innovazione e del loro progetto di vita, deve essere posta in condizione di raccogliere la sfida di un mondo che cambia ad altissima velocità e in direzione spesso imprevedibile.

La crescita qualitativa degli esiti formativi del sistema educativo è lo strumento più importante per un salto di qualità e riconquistare autorevolezza, per un ruolo incisivo nella soluzione dei problemi, per dare un orizzonte ideale comune e condiviso al nostro futuro.

La quarta rivoluzione industriale che riassume in uno scenario unitario la trasformazione culturale, tecnologica e economica, comporta per il mondo della scuola l’impegno di garantire non solo una costante crescita delle competenze delle persone, ma anche la capacità di incrociarle con le mutevoli esigenze del mondo del lavoro e con le conseguenti figure professionali.

Riflessioni e prospettive

L’industria 4.0. che introduce una strategia nazionale per affrontare e cogliere le opportunità della quarta rivoluzione industriale, si configura come uno dei punti di riferimento, non l’unico, del sistema educativo per avvicinare I giovani alla comprensione delle profonde discontinuità intervenute nel mondo del lavoro.

Percorsi formativi adeguati sono il miglior canale per accelerare il cambiamento, per cogliere in termini di occupabilità le opportunità offerte dalla tecnologia. La missione principale è dunque rompere le barriere, mettendo in contatto istituzioni scolastiche, ITS, università e centri di ricerca, proponendo progetti di formazione.

La scuola, chiamata in causa dal nuovo focus sulla formazione, ha necessità di “riallineare complessivamente le competenze e la formazione, mantenendo un rapporto più diretto con le innovazioni che vengono dal sistema delle imprese”. Per questa ragione deve avere un pieno diritto di cittadinanza non solo nel mondo digitale, ma anche per gli aspetti concernenti la definizione degli elementi essenziali delle competenze gestionali, della scelta delle strategie sui processi, dei sentieri di crescita professionale.

Una sfida di cambiamento impegnativa, tenendo conto che il 65% dei bambini che accedono alla scuola primaria oggi, troveranno un impiego in tipologie di lavoro che attualmente non esistono (WEF Report 2016 “The Futura Of Jobs”). La Banca Mondiale completa il quadro con dati che attestano che il 40% del miliardo di giovani che entrerà nel mercato del lavoro nel prossimo decennio svolgerà professioni che oggi non esistono. Ciò porta a pensare a quanti posti di lavoro saranno bruciati dall’innovazione, creando paure e incertezze che accrescono I livelli di resistenza al cambiamento.

Tra sfiducia, fiducia e coraggio

Il lavoro, viceversa, è la sfida che abbiamo davanti perché il rischio di disoccupazione non discende da impianti automatizzati, ma dalla inadeguatezza delle competenze possedute rispetto alle occasioni di occupabilità offerte dai nuovi contesti. I lavori, perciò, non spariscono, non vengono cancellati, ma si convertono in attività diverse per effetto dell’innovazione che con software e sensori aiuta “le persone a svolgere un compito meglio, più rapidamente con maggiore sicurezza e con costi più competitivi. Un lavoro umano  (perciò) non sostituito ma “aumentato” dalle macchine che si faranno carico dei compiti cruciali che richiedono capacità umane più basse, lasciano ai lavoratori in carne e ossa il compito di occuparsi di compiti più complessi e difficili da automizzare efficacemente” (Guido Romeo. I lavori aumentati dall’automazione. Il Sole 24ore – Nòva 24. 11 marzo 2018). I lavoratori, quindi, debbono avere capacità intellettive, critiche e creative che solo chi è ben strutturato culturalmente può avere.

Il nuovo scenario di “Formazione 4.0” si configura come uno spazio laboratorio allo scopo di favorire – sottolinea il professore universitario Dario Nicoli – la crescita della conoscenza e delle competenze degli studenti “nel corso dell’azione, evitando il dualismo teoria/pratica cui è connesso il rinvio del rapporto con la realtà e la preferenza a svolgere non compiti, bensì esercizi applicativi di formule e concetti avulsi dai contesti territoriali.”. Il prof Nicoli vuole richiamare la necessità di legare di più la conoscenza all’esperienza reale, un’idea che è presente sin dagli anni settanta e che si è da tempo affermata nella nostra scuola e che sarà sicuramente facilitata dai mezzi tecnologici oggi disponibili.

Certamente nell’istruzione si deve dare maggior rilievo all’educazione e al valore della responsabilità che oggi continua ad essere scarsamente percepito anche a causa della mancanza di buoni esempi concreti e di politiche che investano sullo sviluppo esul la crescita delle persone.

Percorso di alternanza: azione sul versante scuola

Il cambio del contesto socio-lavorativo comporta necessariamente il mutamento dell’approccio tradizionale all’apprendimento. La scuola deve farsi carico delle mutate richieste della società e del mondo del lavoro, nonché dei nuovi modelli di apprendimento dei giovani e delle loro difficoltà e disagio come prevedono le linee guida del 2014. É necessario articolare I percorsi scolastici con esperienze reali di lavoro a concreta valenza formativa.

Ma concretamente cosa sta succedendo nelle istituzioni scolastiche? Quali sono le trasformazioni che stanno modificando l’approccio cognitivo e percettivo del mondo dell’impresa.

L’armonizzazione tra sapere e lavoro passa in primo luogo attraverso il percorso formativo dell’alternanza scuola-lavoro (ASL), strutturale innovazione didattica, i cui presupposti sono il riconoscimento del valore educativo del lavoro; la configurazione di luoghi di lavoro come contesti di apprendimento.

La scuola con l’obbligatorietà dell’alternanza, assicura – con una modifica dei modi tradizionali di pensare e di agire – il passaggio da un apprendimento situato che si esprime all’interno dello spazio tendenzialmente chiuso delle quattro mura dell’aula a un altro tipo di cultura che supera la rigida separazione tra contesto di apprendimento formale, non formale e informale, oltrepassando l’aula grazie a nuovi strumenti e risorse educative (alternanza, classe 3.0, piattaforme, ecc..). Abbiamo approfondito la tematica all’interno dell’ultimo numero di Tuttoscuola.