A. Baricco, Tre volte all’alba

print

Ancora Baricco, ancora problemi

di Antonio Stanca

A cinquantaquattro anni il torinese Alessandro Baricco è tornato a far parlare di sé con Tre volte all’alba, breve raccolta di racconti pubblicata a Marzo del 2012 dalla casa editrice Feltrinelli di Milano nella serie “I Narratori”. Sono tre racconti che dicono di situazioni strane, quasi assurde, attraverso le quali l’autore si propone di raggiungere significati che vanno oltre l’evidenza. I racconti s’intitolano Uno, Due, Tre.

Nel primo all’alba di un giorno qualunque una donna non molto giovane riesce a farsi ricevere nella stanza di un albergo dal signore che la occupa e che sta aspettando di uscire per compiere il suo lavoro di venditore di bilance. Tra loro inizia un dialogo incalzante dal quale si capisce che lei intende trattenerlo mentre lui ha fretta di andare. Si saprà che la donna a diciassette anni aveva avuto un bambino, che l’aveva abbandonato insieme alle altre persone e luoghi della sua vita per andare incontro all’imprevisto, e che l’uomo a tredici anni aveva assistito alla sua casa bruciata dalle fiamme e di fronte a quel disastro aveva deciso per la vita futura di seguire precauzioni e misure. Per questo era diventato costruttore e venditore di bilance. Si scoprirà alla fine del dialogo, che è pure quella del racconto, che lei, così disordinata, era diventata una collaboratrice della polizia mentre lui, così ordinato, era diventato un bandito ed era stato trattenuto dalla donna perché arrivassero gli agenti e lo arrestassero.

Nel secondo racconto in un altro albergo di un altro posto giungono di sera una ragazza molto giovane, molto bella, molto dolce, ed il suo fidanzato che non solo ha più anni di lei ma è pure volgare e violento. Dalla stanza dove sono alloggiati lei scende per chiedere degli asciugamani al portiere e i due cominciano a parlare, avviano un dialogo nel quale sarà lui ad emergere. La inviterà a liberarsi da un fidanzato così volgare, le dirà che è degna di ben altro e la porterà lontano facendole abbandonare l’albergo e conducendola in altri posti. Le farà sapere, durante il cammino e mentre spunta l’alba, che si è sentito sempre disposto a salvare persone in difficoltà. Aveva salvato i suoi familiari dall’assillo di un creditore che era diventato uno strozzino. Per farlo aveva dovuto ucciderlo ed era stato in carcere per molti anni. Uscito si era ritrovato solo e abbandonato ma non aveva smesso di sentirsi richiamato dai bisogni degli altri e di sfidare per questo ogni pericolo. Infatti per salvare lei si stava esponendo a quanto gli poteva succedere se fossero stati scoperti dal suo fidanzato.

Nel terzo racconto sempre in un albergo una donna della polizia ha assistito durante la notte un ragazzo di tredici anni che si è agitato in continuazione nel letto perché sconvolto era stato dalla visione della sua casa che bruciava e dei genitori che non erano fuggiti ed erano rimasti vittime delle fiamme. Ora, però, all’alba la donna non sopporta più di vederlo agitato e decide di condurlo presso un amico, un suo vecchio spasimante, e affidarlo a lui per il tempo necessario a liberare il ragazzo dallo stato di tensione che gli è derivato dalla grave circostanza. Durante il viaggio tra i due avviene un dialogo che, come gli altri tra i personaggi precedenti, è veloce, rapido, carico di sottintesi, di allusioni. Si saprà che il ragazzo è rimasto a guardare a distanza la casa che bruciava e i genitori che rimanevano dentro e che la donna nella sua vita era sempre fuggita, era stata molto bella ma mai capace di fermarsi in un posto, di stare con un uomo, con se stessa. Arrivati, però, presso il suo vecchio innamorato e affidato il ragazzo, sembra improvvisamente disposta ad accettare l’invito dell’uomo a rimanere con lui.

Storie strane, situazioni da teatro dell’assurdo, ancora una volta Baricco che in tante direzioni, giornalismo, narrativa, spettacolo, cinema, televisione, teatro, ha impegnato il suo genio, vuole sorprendere, essere nuovo, diverso. Ancora una volta lascia solo intendere, a chi legge, le sue intenzioni, non le chiarisce, non le ordina in una trama logica, coerente. Procede di corsa, per immagini, invitando a pensare, scoprire i significati nascosti. Una continua sorpresa vuole essere la sua scrittura.

Tratti comuni ai tre racconti sono la velocità con la quale si svolgono i dialoghi tra i protagonisti, l’età di alcuni di questi, alcune circostanze ad essa legate, il fatto che s’incontrino sempre in albergo, che il momento vero della vicenda sia sempre quello dell’alba, che il tempo del racconto coincida sempre con quello del dialogo. Questi elementi creano una cornice che, però, non contiene, non esaurisce tutti i problemi che emergono da quei dialoghi e gli altri che lasciano intendere. Sono problemi diversi, dovuti a circostanze diverse, sono problemi di vita, di pensiero, sono le conseguenze di situazioni che a tutti possono capitare. Che l’autore abbia attribuito ad esse risvolti così eccessivi, così paradossali, non significa che non sono possibili ma più semplicemente che Baricco ha voluto di nuovo sorprendere, attirare l’attenzione con le sue stranezze, le sue visioni, le sue allucinazioni. C’è sempre in lui un problema concreto, reale, che gli deriva dal disagio sofferto a causa dell’attuale crisi di valori, del degrado di ogni forma di morale, della paura di non potervi porre rimedio, e sempre succede che a tali eccessi risponda, nelle opere, con altri eccessi, che si metta alla ricerca di quanto può attirare di più e meglio, di come ottenerlo.

Per questo Baricco ha sperimentato e sperimenta tante forme di espressione, per questo è destinato a rimanere un autore sempre controverso, sempre discusso.