Di fatto si nega il diritto all’istruzione

da la Repubblica

C.Z.

ROMA — Concetta Giannino guida il Liceo Basile D’Aleo di Monreale, Palermo. Ed è fortemente contraria alla scuola regionale, la «scuola del Nord», la definisce. «La regionalizzazione alimenta la competizione tra un’area del Paese e le sue concorrenti», dice, «e per garantire uno standard elevato introdurrà meccanismi competitivi al proprio interno. Si chiama New public management ed è una distorsione che ha già mostrato i suoi effetti in altri settori della gestione pubblica».

Perché non si possono applicare criteri di competizione a scuola e università?

«Sono due settori che non si valutano attraverso asfittici indicatori quantitativi. La regionalizzazione porta all’abolizione del valore legale del titolo di studio e l’autonomia applicata ai contratti collettivi di lavoro, alla mobilità, ai concorsi, ai ruoli e agli stipendi del personale finirà per negare l’universalità del diritto all’istruzione».

Il Veneto e la Lombardia vogliono scuole meno precarie, più ordinate.

«Legare la distribuzione dei fondi statali a fabbisogni standard definiti in base al gettito fiscale di ogni regione, quindi in funzione della ricchezza dei cittadini, è un pericolo rispetto agli organici e al servizio. La mobilità diventerebbe il frutto di accordi tra Regione e Regione, tra Stato e Regione. In alcune aree lo stipendio degli insegnanti dipenderebbe dai contratti di secondo livello, da incentivi e da premi che farebbero lievitare gli oneri fiscali per i contribuenti. Insegnanti dipendenti regionali, altri statali, diverse categorie che fanno lo stesso lavoro. Una grave stortura».

Come pensate di opporvi?

«Chiederemo ai nostri sindacati di contrastare in tutti i modi l’istituzione di un sistema discriminatorio che produrrebbe ulteriori disuguaglianze e renderebbe la scuola pubblica sempre più asservita a logiche produttive. Bisogna fermare questa deriva autoritaria che nega i diritti delle persone e disgrega l’unità nazionale».

È un errore legare la distribuzione dei fondi statali al gettito fiscale delle Regioni, quindi di fatto alla ricchezza dei cittadini

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