Presidi, riparte il concorso per assumere quasi tremila dirigenti della scuola

da la Repubblica

Ilaria Venturi

Aveva suscitato clamore la sentenza del Tar che aveva annullato il concorso per i presidi. Un vero e proprio terremoto nel mondo della scuola, afflitto dal problema della mancanza di capi di istituto e che attendeva i nuovi dirigenti da settembre. Il Miur ha fatto ricorso. E l’appello è stato accolto: la Sesta sezione del Consiglio di Stato ha sospeso, in attesa del merito, la sentenza con la quale il Tar del Lazio aveva annullato il concorso per il reclutamento di 2.900 dirigenti scolastici.

Tirano un sospiro di sollievo i candidati promossi, già arrivati agli orali. Insoddisfatti i ricorrenti che avevano sollevato dubbi rispetto alla legittimità della prova scritta che si è tenuta a ottobre scorso.

Centinaia i ricorsi che hanno segnalato anomalie nelle sotto-commissioni, prove non tutelate dall’anonimato sino allo scritto rinviato per i candidati sardi causa maltempo. La sentenza del Tar del 2 luglio scorso aveva in particolare accolto il ricorso di alcuni candidati per incompatibilità di tre componenti delle sottocommissioni incaricate della valutazione delle prove scritte.

Nelle ordinanze sì sottolinea che “a prescindere dal merito delle questioni devolute in appello e da ogni valutazione sull’effettiva portata invalidante dei vizi dedotti (segnatamente dei vizi riscontrati dal primo giudice) deve ritenersi preminente l’interesse pubblico alla tempestiva conclusione della procedura concorsuale, anche tenuto conto della tempistica prevista per la procedura di immissione in ruolo dei candidati vincitori e per l’affidamento degli incarichi di dirigenza scolastica con decorrenza dal primo settembre 2019”.

In questo modo si consente al Miur di portare a termine gli orali e di completare il reclutamento. L’udienza pubblica per la decisione definitiva è fissata al 17 ottobre.
Soddisfatto il ministro Marco Bussetti: “Bene la sospensiva del Consiglio di Stato. Procederemo ora senza indugio con la pubblicazione della graduatoria e le assunzioni – dichiara – So quanto hanno studiato i vincitori. Ci sono passato: ho fatto anche io questo concorso anni fa. La scuola italiana non può aspettare, ha bisogno di nuovi dirigenti scolastici per guidare i nostri istituti e superare il fenomeno dannoso delle reggenze. Glieli daremo”.

Le assunzioni saranno fatte con riserva. “Il Consiglio di Stato non è entrato nel merito dei motivi del ricorso: la partita è aperta” dice l’avvocato Massimo Vernola. Il concorso va avanti, sebbene sotto la spada di Damocle di giudizi che arriveranno a procedure terminate e a nuovo anno scolastico avviato. “Siamo paradossalmente le vittime del pubblico interesse, ma anche il diritto a una selezione equa dovrebbe essere di pubblico interesse – il commento amaro dei ricorrenti – le irregolarità sono ben altre rispetto all’incompatibilità dei commissari, ci sono ricorsi individuali che affrontano tutti i motivi finora ignorati”.

“Non dubitavamo di questa decisione, la sentenza del Tar era basata su un punto che ritenevamo debole – dichiara Antonello Giannelli presidente dell’associazione nazionale presidi – Eravamo dell’idea che il concorso non dovesse essere bloccato, poi ovviamente chi ha singoli diritti da vantare può andare avanti”. L’Anp aveva proposto un appello autonomo in appoggio a quello del Miur.

“Sicuramente ora c’è la speranza che ci sia una soluzione per garantire l’avvio dell’anno scolastico – dichiara Lena Gissi segretaria della Cisl scuola – a questo concorso ci sono stati più di 34mila partecipanti: perché tanto interesse? Il modello di selezione va rivisto, il contenzioso è enorme e va garantita massima trasparenza. Ora è tempo di rivedere la governance delle scuole, lo sviluppo professionale dei docenti e il ruolo del dirigente scolastico sempre più solo e al centro di un carico burocratico esasperato”.

Esultano un po’ tutti i sindacati. “Per il momento, il Consiglio di Stato ha salvato i vincitori del concorso” dice Marcello Pacifico, presidente Udir.