Maturità, i 100 e lode al Sud ribaltano i risultati Invalsi

da Corriere della sera

Valentina Santarpia

La maturità appena lasciata alle spalle, quella del latin-greco al classico e del matematica-fisica allo scientifico, disegna un’Italia ribaltata rispetto all’Invalsi: se nei test il Sud faticava e il Nord eccelleva, nei voti di maturità è il Sud a comandare e voti più bassi al Nord.

ROMA Come guardare lo stesso scenario da due punti di vista diversi, e accorgersi che il panorama cambia completamente. Ecco come appare la platea dei 520 mila studenti che si sono appena diplomati quest’anno. Secondo i dati forniti ieri dal ministero dell’Istruzione, il record di 100 e 100 e lode è stato infatti conquistato dalle regioni del Sud: la prima in termini percentuali è la Puglia, con il 3,4% di maturandi che ha conquistato il voto massimo, il 10,8% in totale tra 100 e 100 e lode di tutta Italia. In termini assoluti, parliamo di 1.225 ragazzi e ragazze che hanno meritato il riconoscimento più alto, appena qualcuno in meno rispetto alla Campania, dove 1.287 sono stati i 100 e lode, in percentuale il 2% di tutti gli studenti che hanno affrontato l’esame di Stato. Si piazza benissimo anche la Calabria, con il 2,6%, ovvero con 447 maturi con lode. Confermato un trend che si ripete da qualche anno: come i licei (soprattutto i classici, quasi il 20%) fanno incetta ogni anno dei voti più alti rispetto ai professionali e tecnici, così le regioni del Sud si confermano sul podio dei diplomati più bravi.

Una tendenza che stride con i risultati degli Invalsi, i test standardizzati per misurare il livello di preparazione degli alunni in italiano, matematica e inglese, somministrati agli stessi studenti appena un paio di mesi prima rispetto all’esame di maturità. Solo oggi sarà possibile scoprire le performance individuali collegandosi al sito www.invalsiopen.it e digitando il codice personale. Ma intanto il 10 luglio sono state pubblicate le sintesi dell’Istituto di valutazione, che mettono proprio quelle stesse regioni del Sud — che oggi festeggiano — agli ultimi posti delle classifiche. Per capirci: nelle regioni del Nord l’insufficienza grave nelle prove di italiano è quasi fisiologica al di sotto del 10%, mentre in quelle del Sud sfiora il 20% in Puglia e Molise e supera il 25 in Calabria: «In quest’ultima regione è come se uno studente su quattro non fosse andato a Scuola», spiegava il responsabile nazionale dei test Roberto Ricci.

In matematica non va meglio: ci sono regioni come Calabria, Campania e Sicilia dove il 60% dei ragazzi non ha raggiunto le competenze minime richieste dai programmi. Al contrario di regioni come Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia dove tre studenti su quattro hanno raggiunto gli obiettivi. Stesso copione per l’inglese, dove Calabria, Sicilia, Campania, Basilicata, Sardegna, Molise, trascinano verso il basso la classifica italiana per l’alto numero di studenti che non raggiunge il livello B1. A differenza degli studenti delle regioni del Nord. Che però, all’esame di maturità crollano nelle valutazioni finali.

La percentuale più bassa di 100 e lode, la cosiddetta maglia nera, se la prende la Lombardia, con un magro 0,7% (l’anno scorso era lo 0,6%), seguita da Piemonte e Trentino Alto Adige (0,9%), senza considerare la Valle d’Aosta dove nessuno dei maturandi è riuscito a ottenere l’alloro. Anche andando a considerare le fasce di voto più basse, la contraddizione non sfuma: gli studenti del Sud, calabresi in testa, per tre quarti vengono licenziati dalla maturità con voti sopra il 70 senza però avere raggiunto quel livello di cittadinanza consapevole che la Costituzione imporrebbe a tutte le scuole di garantire, visto che più della metà di loro non è in grado di capire un testo di argomento astratto.

Voti gonfiati? Performance differenti? Valutazioni su criteri non omogenei? Rosetta Greco, direttrice scolastica del liceo Linares Licata (Agrigento), dove 7 alunni su 14 hanno ottenuto 100, e 4 anche la lode, chiosa: «Cinque anni valgono più di un test».