Piano di salvataggio per il Sud Invalsi: ecco le 4 regioni a rischio

da ItaliaOggi

Emanuela Micucci

«Non bastano più solo i fondi Pon, che useremo». «Pensiamo di dover mettere in atto una strategia nuova in ciascuna delle 4 regioni con i risultati negli apprendimenti peggiori». Carmela Palumbo, capo dipartimento Miur, illustra la terapia d’urto che il ministero dell’istruzione metterà in campo contro l’emergenza educativa segnalata dai risultati delle prove Invalsi 2019 in Calabria, Sicilia, Campania e Sardegna, dalla primaria alla V superiore. Intervenendo alla presentazione del rapporto, alla Camera, spiega che se si riuscisse ad agire su queste 4 regioni, migliorerebbe tutto il sistema d’istruzione italiano. «Il vero spread del nostro Paese è quello scolastico, che si traduce in spread d’opportunità dei nostri cittadini futuri» e che, «a sua volta, si ripercuote sullo spread territoriale del Paese». Di qui la nuova strategia del Miur: «Nelle prossime settimane», annuncia Palumbo, «promuoveremo tavoli con queste 4 regioni». Una chiamata alle armi in cui si incontreranno Miur, regioni, enti locali, ma anche tutti gli stakholders che sul territorio interessati all’istruzione. Obiettivo: creare e realizzare insieme «un piano specifico per ciascuna regione», «sotto il coordinamento del Miur» «perché è necessaria un’economia di risorse da destinare». Quattro i criteri che i programmi regionali dovranno seguire. «Gli obiettivi devono essere scalabili e significativi per ciascuna regione», sottolinea Palumbo: se non sono possibili o sono troppo alti, si genera la sfiducia e non ci sono miglioramenti. «Focalizzarsi non solo sulle cognitive skill, ma anche sulle no cognitive skill» che sono il «prerequisito» per le prime. «Tener conto non tanto delle medie nazionale degli apprendimenti degli studenti o degli esiti delle regioni migliori, ma vedere la media regionale o i migliori risultati regionali». «Attenzione al divario interno tra le classi», perché «dove c’è un problema sui risultati complessivi molto spesso c’è uno spread tra le classi»: disuguaglianze su disuguaglianze, che generano fenomeni allarmanti e ghettizzazioni. Palumbo teme, infatti, che il fenomeno dell’emigrazione dal Sud al Nord degli studenti universitari si possa trasferire alle superiori sugli alunni della classe media.

Un paio di spunti ai temi oggetto dei piani regionali li ha indirettamente forniti anche Anna Maria Ajello, presidente dell’Invalsi. «I contesti pesano per gli apprendimenti degli studenti», ha ricordato. «Ma vale anche per i docenti? Ci sono, infatti, molti docenti meridionali che insegnano al Nord dove gli apprendimenti sono i migliori del Paese», mentre al Sud i docenti meridionali che vi insegnano ottengono risultati scarsi. «Il disinteresse per la matematica nel Sud», aggiunge Ajello, «significherà più povertà da vecchie per le attuali studentesse». «Per l’Invasi», aggiunge la presidente Ajello, «inizia ora un nuovo ciclo: andare in tutti i territori a spiegare come usare i dati delle prove» per migliorare la didattica e gli apprendimenti.