Appello all’educazione!

Appello all’educazione!

Al ( futuro) Ministro/a della Pubblica Istruzione


Egregio/a,
a breve ricomincerà un nuovo anno scolastico e noi, “corpo docente”, saremo chiamati a riprendere il nostro lavoro. Ritorneremo a programmare, elaborare, compilare format, per essere sempre più in sintonia con i programmi ministeriali.
Sono ormai pratiche di routine, una sorte di copia-incolla di contenuti già svolti per anni interi, sempre con lo scopo di fornire alle nuove generazioni quel “bagaglio culturale” poi quantificabile in numeri e profitto.
Siamo infatti sempre più concentrati con la valutazione di Invalsi, prove comuni, prove interdisciplinari che a volte, dimentichiamo di avere davanti delle persone nei confronti delle quali abbiamo sicuramente il compito più difficile: insegnare a vivere.
Ora Lei potrebbe dirmi che queste cose le conosce bene! Ed io ne sono certamente convinta! Ognuno di noi le ripete continuamente: il difficile è, però, riuscire a metterle in pratica.
Ma in questi giorni mi è capitato di avere tra le mani un interessantissimo testo di Georg Simmel dal titolo “L’educazione come vita” edito da Mimesis, curato da Alessandra Peluso, studiosa e filosofa, in cui sono racchiuse le Lezioni che Simmel tenne all’Università di Strasburgo nel semestre invernale del 1915-16, insomma in piena guerra mondiale!
Dopo averlo letto ho pensato quanto fosse necessario divulgarlo, dal momento che ogni pagina, contiene preziosi suggerimenti sull’idea di scuola che forse, da tempo, in molti attendiamo.
E poi mi sono detta: – E perché non consigliare “L’educazione come vita” al futuro Ministro della Pubblica Istruzione?
Lo so che tra i tanti impegni, avrà pure qualche difficoltà a leggerlo. Ma prima di elaborare l’ennesima riforma della scuola che ogni nuovo ministro si affretta ad intestarsi, ho pensato di farLe cosa gradita, enucleandoLe 10 punti più significativi che, magari, potrebbero tornarle utili:

In primo luogo non dimentichi mai che la scuola è una realtà viva, una comunità organica, che non segue un metodo o un sistema, ma forma persone.

La scuola è un’istituzione che mira all’esercizio del pensiero, alla creatività, alla libertà e alla responsabilità di ciascuno.

Tenga sempre presente che l’alunno non è un contenitore da riempire ma un soggetto attivo, in cui “le nozioni non si cristallizzano dogmaticamente ma si dispongono in una struttura elastica”.

Eviti di aggiungere nuove discipline se queste non offrono un contributo morale alla vita dello studente.

Potenzi invece l’insegnamento della lingua (italiana) con la quale il giovane si conosce mettendo in dialogo e comunicazione la sua anima con le altre. Non si può accettare l’uso di un linguaggio schematico a scuola senza ricchezza né valore personale, oppure ancor peggio, il linguaggio retorico di luoghi comuni e delle frasi fatte.

Molto importante sarebbe introdurre l’“Educazione etica”, finalizzata al potenziamento delle relazioni sociali, umane, al rispetto reciproco, al dialogo (interculturale), alla gentilezza, alla cortesia.

Aggiungerei la pratica di “Esercizi di altruismo” per abituare il ragazzo a sacrificarsi e a correre dei rischi per il prossimo.

Interessante sarebbe anche l’“Educazione estetica visiva” intesa come ricerca del bello da vedere: visite ai musei, mostre, castelli, gite all’aperto.

Istituisca “l’ora di sé”, nella quale ogni studente possa raccontarsi, parlare delle proprie esperienze, sentirsi accolto come persona viva.

E per finire, riservi le premialità ai docenti che sanno infondere fiducia nei ragazzi.

Che sanno essere autorevoli, che non utilizzano punizioni ma sollecitazioni ad agire, che sono “coerenti” nella misura in cui ascoltano la volontà del ragazzo e lo aiutano a non disperdere energia.
Per mantenere i patti, mi fermo qui, anche se tante altre considerazioni potevano essere scritte.
Se mai volesse approfondire, il testo lo troverà in libreria, la curatrice Alessandra Peluso (alepeluso@libero.it) sarà senza dubbio disponibile a fornirle eventuali chiarimenti; mentre io, nelle mie classi continuerò a trasformare i miei alunni in veri condottieri della loro esistenza!
Come dire, Simmel docet!

Ada Fiore