Lorenzo Fioramonti nuovo ministro dell’Istruzione

da Tuttoscuola

Vorrebbe eliminare le classi pollaio e aumentare lo stipendio dei docenti. I fondi? Dice di volerli trovare grazie a micro tasse di scopo. Sulle merendine, per esempio. Questo e solo uno dei progetti del nuovo ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti.

Viceministro dell’Istruzione del governo Conte 1, Lorenzo Fioramonti (M5S)  è laureato in Storia del pensiero politico ed economico moderno presso la facoltà di Filosofia dell’Università Tor Vergata di Roma con una tesi sul ruolo dei diritti di proprietà ed individuali in America e in Europa, ha conseguito anche un dottorato di ricerca in Scienze Politiche presso l’Università di Siena.

Professore ordinario di economia politica presso l’Università di Pretoria, è direttore del Centro per lo studio dell’innovazione Governance (GovInn) dello stesso ateneo. È inoltre membro del Center for Social Investment dell’Università di Heidelberg, della Hertie School of Governance e dell’Università delle Nazioni Unite.

Si occupa di economia e integrazione economica europea[1]. Per il Financial Times, Fioramonti sostiene che il PIL è “non solo uno specchio distorto in cui vedere le nostre economie sempre più complesse, ma anche un impedimento a costruire società migliori”.

Fra il 1997 e il 2000 ha avuto un’esperienza come assistente parlamentare, collaborando a titolo gratuito con Antonio Di Pietro a sviluppare politiche per i giovani nelle periferie.

Il 12 giugno 2018 Fioramonti è stato nominato sottosegretario presso il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca nel Governo Conte. A settembre 2018 ha annunciato di aver nominato a luglio 2018 il personaggio televisivo Dino Giarrusso suo segretario particolare, affidandogli l’incarico di coordinare la comunicazione del suo ufficio e curare le relazioni istituzionali. L’onorevole ha inoltre aggiunto di aver chiesto a Giarrusso di aiutarlo anche ad evadere le segnalazioni inviate al Ministero sulle presunte irregolarità che si verificano all’interno dei concorsi universitari.

Il 13 settembre 2018 il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro Marco Bussetti, lo ha nominato vice ministro all’istruzione, università e ricerca.

“La scuola, la formazione e la ricerca devono essere al centro perché la conoscenza è il nuovo petrolio. Ma per poter rilanciare il settore bisogna chiudere la piaga del precariato della scuola, dell’università e degli enti di ricerca”, ha detto pochi giorni fa al Corriere della Sera il nuovo inquilino di Viale Trastevere. Noi, per il momento, non possiamo che augurargli “buon lavoro”.