Le famiglie possono pagare online il contributo. Tutte le istruzioni

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da Il Sole 24 Ore

di Laura Virli

In questi giorni il Miur ha comunicato alle segreterie scolastiche che, al fine di facilitare i versamenti volontari telematici per le tasse e contributi scolastici da parte delle famiglie, sono state rilasciate sulla piattaforma Sidi nuove funzioni dedicate per “Pago In Rete”, il servizio centralizzato per i pagamenti telematici del Miur, frutto di una delle azioni (azione #11) del Piano nazionale scuola digitale, correlata al processo in atto di digitalizzazione della pubblica amministrazione.

Cos’è Pago In Rete
Con Pago In Rete le famiglie possono, infatti, eseguire pagamenti tramite Pc, tablet, smartphone. Si può scegliere di pagare online con carta di credito, bollettino postale online o addebito in conto oppure pagare direttamente presso le tabaccherie, sportelli bancari autorizzati o altri prestatori di servizi di pagamento esibendo il documento di pagamento predisposto dal sistema, che riporta il Bar-code e Qr-code.

Il sistema Pago In Rete offre numerosi vantaggi alle famiglie. Oltre all’esecuzione di pagamenti il servizio consente di visualizzare la situazione completa ed aggiornata dei pagamenti richiesti, di ricevere una notifica degli avvisi di pagamento emessi dalle scuole, di pagare contemporaneamente più avvisi, emessi anche da scuole diverse, ottenendo così un risparmio nelle eventuali commissioni di pagamento, di scaricare le ricevute dei pagamenti effettuati.

Come si usa Pago In Rete
Pago In Rete permette alle famiglie di effettuare il pagamento telematico di oneri e tasse a favore delle Scuole o del Ministero. Tra questi contributi scolastici per attività curriculari ed extracurriculari a pagamento, visite guidate, viaggi di istruzione, mensa autogestita ed altro, emessi dalle segreterie scolastiche per gli alunni frequentanti oppure a favore del Miur, come ad esempio i diritti di segreteria per la partecipazione ai concorsi.

Tasse e contributi, questi “sconosciuti”
Questo sistema permette anche di ridurre la confusione che spesso emerge tra le tasse e i contributi scolastici. Anche perché la differenza tra questi due oneri è notevole.
Le tasse scolastiche vanno versate all’erario statale solo dopo il superamento dell’obbligo scolastico (16 anni) dal terzo al quinto anno della scuola superiore, fatte salve le esenzioni per merito o per reddito. Oltre alle tasse di iscrizione e di frequenza, gli studenti del quinto anno devono pagare, per essere ammessi all’esame di Stato, la tassa di esame e, una volta promossi, quella di rilascio di diploma.

Di diversa natura sono i contributi scolastici, la cui entità viene deliberata annualmente dal consiglio di circolo/istituto. Essi rappresentano un’erogazione liberale che, ai sensi del Testo unico delle imposte sui redditi, possono essere detratti, a condizione che il versamento sia eseguito tramite banca, ufficio postale o Pago in Rete, e che riporti nella causale la dicitura contributo per l’innovazione tecnologica e l’ampliamento dell’offerta formativa.

I contributi scolastici sono formati da una quota obbligatoria che copre i costi anticipati dalla scuola per conto delle famiglie (ad esempio per i libretti Scuola- famiglia, per l’assicurazione RC e infortuni) e da una quota volontaria versata dalle famiglie, con spirito collaborativo e nella massima trasparenza, per l’ampliamento dell’offerta formativa, per l’acquisto di materiali didattici, per l’arricchimento e l’ammodernamento delle attrezzature dei laboratori. A tal riguardo si ritiene sempre utile la lettura delle note Miur 312/2012 e prot. 593/2013.