Legge sulle impronte digitali Fioramonti: va abrogata

da ItaliaOggi

Emanuela Micucci

«Chiederò di abrogare la legge» che impone le impronte digitali all’ingresso per i presidi. È uno dei primi provvedimenti annunciati dal neo ministro dell’istruzione Lorenzo Fioramonti, che incassa il favore immediato di presidi e Ata, il personale scolastico soggetto ai controlli biometrici voluti dal’ex ministro della pubblica amministrazione Giulia Bongiorno con la legge Concretezza (n.56/2019), entrata formalmente in vigore lo scorso 7 luglio. Anche se per la sua applicazione necessita di uno specifico decreto attuativo, che era previsto entro settembre, e soprattutto dell’installazione in tutte le oltre 45 mila sedi scolastiche delle costose apparecchiature per il riconoscimento delle impronte digitali. Misura da cui, secondo la norma, sono esclusi i docenti. Nelle intenzioni di Fioramonti, però, la legge dovrà essere abrogata «al secondo Consiglio dei ministri».Notizia appresa «con estrema soddisfazione» dall’Anp, l’associazione nazionale presidi, pronta a proporre immediato ricorso alla Consulta Costituzionale se i controlli fossero diventati realtà. Il dirigente scolastico, evidenzia l’Anp, non ha un orario fisso di lavoro. Infine, i costi: 200-300 milioni di euro secondo i calcoli dell’Anp.