Maturità, arriva il restyling di Fioramonti

da ItaliaOggi

Emanuela Micucci

«Per cinque anni non si tocca». È l’impegno sulla maturità del nuovo ministro dell’istruzione Lorenzo Fioramonti che, all’indomani della sua nomina, conferma anche il ruolo delle prove Invalsi. «Necessarie», spiega, «per misurare lo stato dell’apprendimento, devono diventare più leggere e moderne». Nessuna novità, dunque, per i circa 500 mila studenti di V superiore che il prossimo 17 giugno saranno alle prese con l’esame di Stato. Di fatto, così arriverà a compimento la riforma della maturità targata Buona Scuola del governo Renzi. Iniziando proprio dalle prove Invalsi e dall’alternanza scuola-lavoro: entrambe saranno vincolanti per l’ammissione all’esame così come previsto dalla riforma del Pd.

La possibilità di sostenere l’esame senza averle svolte, come è accaduto lo scorso anno scolastico, infatti, era una norma solo provvisoria del governo M5S-Lega, che nel Milleproroghe aveva prorogato questi requisiti di ammissione di un anno, a giugno 2020. Un tentativo di renderla definitiva per l’Invalsi e di rendere facoltative le prove Invalsi in III media era stato tentato nel Decreto Scuola, ma la norma fu stralciata all’ultimo momento. Le dichiarazioni di Fioramonti adesso sembrano una pietra tombale.

Così come resteranno le nuova modalità dello scritto di italiano alla maturità, con buona pace di chi avrebbe voluto il ritorno della traccia specifica di storia. E la seconda prova mista, con latino e greco al classico e matematica e fisica allo scientifico. Mentre debutterà nel 2019/20 il curriculum dello studente allegato al diploma di maturità, così come definito dalla legge 107/2015 e normato dal decreto legislativo 62/2017.

Il documento, che inizialmente sarebbe dovuto essere rilasciato già nel 2019, darà conto della carriera scolastica dello studente: dalle discipline studiate ai livelli di apprendimento nella prova Invalsi, passando per le competenze in lingua inglese e ai percorsi di alternanza, fino alle attività extra scolastiche culturali, artistiche e di pratiche musicali, sportive e di volontariato. Manca solo un decreto ministeriale, che sarebbe dovuto arrivare entro marzo, ma che è stato rinviato a questo anno scolastico.