«InspirinGirls – Il futuro come lo vuoi» compie due anni

da Il Sole 24 Ore

di Redazione Scuola

Compie due anni il progetto InspirinGirls, promosso nel nostro Paese da Valore D, in partnership con Eni, Intesa Sanpaolo e Snam, e con il patrocinio del Miur. Il progetto sta portando tra i banchi delle scuole medie professioniste, scienziate, sportive e manager che possano spronare ragazze e ragazzi a non porsi limiti nella definizione del proprio percorso e a seguire le proprie ambizioni, qualunque esse siano, libere da stereotipi di genere ancora molto radicati nella nostra società.

Il progetto InspirinGirls è arrivato in Italia nel 2017 e ad oggi le role model hanno incontrato oltre 17mila ragazzi in 236 scuole in 52 province e 18 regioni italiane. Il loro è un messaggio forte che ha eco anche dopo l’incontro, così come emerge dall’indagine di InTribe promossa da Valore D, per capire quali preconcetti hanno i ragazzi, come gli adulti influenzano il loro modo di pensare e qual è l’impatto degli incontri.

In base alla ricerca – che ha coinvolto 2.948 ragazzi e ragazze in tutta Italia – la maggioranza di loro ricorda molto bene l’incontro con la role model, in particolar modo le ragazze (67%, rispetto al 54% dei maschi), con un particolare impatto nel Sud Italia. Quasi tre quarti (73%) dei ragazzi ha condiviso l’esperienza con la propria famiglia, aprendo un dialogo sul proprio futuro. Sono le ragazze ad averne parlato a lungo (il 21% rispetto al 15% dei maschi), con una percentuale ancora maggiore al Sud (il 27%). L’argomento che è stato ripreso anche in classe con i professori dalla maggioranza degli studenti (70%).

Gli incontri hanno quindi contribuito a far riflettere i ragazzi e le ragazze sulle proprie scelte per il futuro lavorativo: la grande maggioranza di loro (67%) ha dichiarato che la role model ha influenzato questa scelta, in particolar modo per le ragazze (72% rispetto al 62% dei ragazzi).

Il 24% del totale rispondenti dichiara di aver capito di poter scegliere qualsiasi tipo di lavoro, il 19% di poter realizzare i propri sogni (tot. 43%). È interessante osservare come i ragazzi delle scuole del Sud abbiano recepito con più forza il messaggio che “non ci sono lavori da maschi e da femmine” (il 13% di loro rispetto alla media dell’8% del resto d’Italia).

Questi risultati confermano quanto ancora gli stereotipi di genere siano presenti nell’educazione dei ragazzi e ne influenzino il futuro. Prima dell’incontro infatti il 39% dei ragazzi erano convinti che ci fossero «lavori da maschi e lavori da femmine», soprattutto i ragazzi (44% rispetto al 35% delle ragazze). Interessante notare che da un anno all’altro – dalla seconda alla terza media – questi stereotipi di genere si rafforzano (dal 36% al 45%) ma che nelle famiglie dove entrambi i genitori lavorano questo dato è inferiore, a conferma dell’importanza dei modelli di comportamento.

L’indagine è stata completata da una serie di incontri – a Milano, Roma e Palermo – per approfondire in maniera qualitativa i risultati. In tutte e tre le città i dialoghi con i ragazzi hanno confermato con maggiori dettagli i risultati dell’indagine e l’impatto particolarmente significativo tra i ragazzi delle scuole del Sud.

«I risultati di questa indagine – ha spiegato Barbara Falcomer, direttrice generale di Valore D – confermano la validità del progetto e quanto sia fondamentale lavorare sui pregiudizi di genere, ancora così radicati in famiglia e a scuola, per consentire sia ai ragazzi sia alle ragazze di esprimere al meglio il proprio potenziale. Il dato che ci fa particolarmente piacere è che l’incontro con le role model attivi un confronto successivo con insegnanti e genitori, aspetto cruciale per lavorare a 360° sul cambiamento culturale».