Liti, denunce e 6 scuole a testa la vita impossibile dei presidi

da Il Messaggero

Presidi tuttofare, che dirigono le scuole senza docenti di ruolo in cattedra e senza personale amministrativo in segreteria. Ma la scuola, nonostante le difficoltà, non può fermarsi: per ogni preside, infatti, ci sono 1200 studenti in classe a far lezione e altrettante famiglie a cui dare risposte. E infatti guai a chi sbaglia: ogni anno fioccano i ricorsi che trascinano in tribunale i dirigenti scolastici. Un quadro decisamente complicato, quello che emerge dal dossier La scuola che soffre/1, emergenza dirigenti scolastici di Tuttoscuola, testata da quarant’anni specializzata nell’informazione educativa e sui temi dell’istruzione. Lo studio (consultabile online) mette in luce le serie difficoltà in cui si trova la scuola, partendo proprio dal ruolo dei presidi sempre più a rischio burn out, stressati da mille responsabilità e altrettanti compiti quotidiani.

I CARICHI DI LAVORO

Il loro impegno, infatti, negli anni è cambiato notevolmente, soprattutto nei carichi di lavoro: dal 2000 ad oggi il numero degli alunni nella scuola statale è rimasto sostanzialmente invariato, così quello degli insegnanti e delle sedi scolastiche sul territorio. Ma, come emerge dal dossier, nello stesso periodo il numero di dirigenti scolastici è stato drasticamente ridotto, del 35%. La riduzione è stata parzialmente colmata dalla recenti immissioni in ruolo, dopo l’ultimo concorso. Ma ancora non è sufficiente: oggi infatti un dirigente scolastico deve occuparsi in media di 1.194 studenti, vale a dire il 55% in più rispetto ai 769 di 19 anni fa.
Ci sono poi i casi limite in cui al preside vengono chieste missioni impossibili. È il caso, ad esempio, del dirigente scolastico Vito Pecoraro, recordman italiano ma probabilmente anche europeo: da settembre 2018 è a capo dell’istituto con più studenti in Italia: l’alberghiero Pietro Piazza di Palermo con 2.840 studenti. È stato poi nominato reggente dell’istituto comprensivo Maredolce con 1.062 studenti per 55 classi. In totale, quindi, 175 classi e quasi quattromila studenti dai tre ai 18 anni. Numeri da capogiro soprattutto se paragonati alla scuola finlandese, spesso presa ad esempio come modello di istruzione efficiente: va sottolineato infatti che in Finlandia, per legge, un preside non può seguire più di 500 studenti. Non solo studenti, un preside in Italia coordina, in media, 160 dipendenti tra docenti e personale tecnico e amministrativo: si tratta di 56 persone in più rispetto a quanto avveniva 18 anni fa (oltre il 50% di aumento). Presiede 50 consigli di classe ogni anno ed è responsabile in media di più di sei sedi scolastiche dislocate anche a diversi chilometri di distanza tra loro, eppure deve essere presente fisicamente in ognuna di esse. Nel 2000 le scuole da presidiare erano 4, anche in questo caso l’aumento è stato del 50%.

LA SICUREZZA

Non deve essere solo presente nei vari plessi ma deve esserne anche responsabile della sicurezza degli edifici e, soprattutto, di tutte le persone che ogni giorno ci trascorrono molte ore come gli alunni, i docenti e il personale Ata. A proposito di responsabilità, il dirigente assume anche la rappresentanza legale dell’istituzione scolastica: che cosa significa? Che ogni anno subisce 5 o 6 azioni legali, per bocciature di studenti e vertenze sindacali. Una presenza in prima linea, a 360 gradi: Tuttoscuola ha contato infatti 129 competenze che interessano il dirigente scolastico dalla rappresentanza legale alle relazioni sindacali, dalla privacy alla responsabilità civile, contabile ed erariale, alla valutazione e al controllo.

LA RETRIBUZIONE

A fronte di tutti questi impegni, lo stipendio è adeguato? Sembra proprio di no: i dirigenti scolastici, con il nuovo contratto appena firmato, guadagnano 67 mila euro all’anno, i dirigenti amministrativi della pubblica amministrazione 100 mila, i dirigenti del settore privato in media 107 mila euro. E i quadri? Circa 54 mila euro, più o meno come i dirigenti scolastici.
Lorena Loiacono