Lettera a un’amica di sempre

Lettera a un’amica di sempre

di Maurizio Tiriticco

Cara Barbara! Da tempo abbiamo tante perplessità per come questo PD “fa politica”! Spesso altalenante! La dichiarazione di un leader viene poi smentita da un altro leader! A volte penso che si tratti più di un movimento di opinione che di un movimento – o addirittura – un partito. Ormai di Renzi e delle sue mosse politiche c’è solo da preoccuparsi! A volte mi chiedo: ma esiste una sinistra nel nostro Paese? Lo so! I tempi cambiano e certe categorie di far politica, valide qualche decennio fa, cambiano anch’esse. Tutto lecito e comprensibile… ma, mi sai dire quante sinistre oggi ci sono? Mi sembra che il PD sia prolifico di figli, figliastri e trovatelli! Delle destre, invece, sappiamo tutto! Il triangolo Berlusconi, Meloni, Salvini! Bello solido, almeno fino ad oggi! Purtroppo mi sembra che ormai, in quanto a organizzazioni politiche di sinistra – o di centro-sinistra – c’è solo un gran polverone, che vola di qua e di là a seconda di come tirano i venti! Quindi, per capirci qualcosa, forse ci dovremmo affidare alle “previsioni del tempo”! Previsioni, appunto, perché i venti obbediscono a leggi planetarie! Invece i venticelli delle politiche nostrane viaggiano extra legem!

Che tristezza e che delusione! Noi due – e tanti come noi – veniamo da un’Italia diversa! Dove la politica era una cosa seria. Berlinguer era Berlinguer! Moro era Moro. Guidavano due grandi partiti popolari, avversari, ma sempre e comunque alla ricerca di punti in comune, anche di un compromesso, ma dignitoso, e che fosse “storico”, appunto. I politicastri di oggi di storia non sanno nulla e, per quanto riguarda il domani… campa cavallo, perché l’erba cresce! Mah! Mi sai dire qual’è la Pandora dei giorni nostri che ha aperto il vaso donatogli da Zeus con la raccomandazione di custodirlo gelosamente? So già che non potrai rispondermi, perché in effetti sono centinaia le Pandore che si sono date da fare per aprirlo! E adesso non sanno come controllare la bufera che hanno provocato!

E un Paese nella bufera politica, civica, civile e culturale anche, prima o poi collassa! Campano bene solo i telegiornali! Perché i giornali non li compra più nessuno! Perché leggere – e comprendere, soprattutto – costa fatica! E il tasso di alfabetizzazione funzionale dei nostri concittadini – tutti, comunque, cellularizzati – cade sempre più. E, purtroppo, è proprio in forza di questa caduta che le sillabazioni elementari di Salvini hanno avuto successo! Per di più sostenute dalle migliaia di selfie che astutamente rilasciava a tanti nostri connazionali impazzi per lui e per la sua dialettica elementare! Ma, per certi versi, efficace! Sostenuta dalla esibizione di rosari, crocifissi e madonnine, accarezzati e baciati!

Che tristezza, carissima! Oggi le nostre istituzioni scolastiche e i nostri insegnanti hanno un gran da fare! E i nostri concittadini alunni non dovranno più imparare soltanto a leggere, scrivere e far di conto, ma dovranno anche essere educati “civicamente”! Siamo un Paese, una Repubblica, un Popolo che possono vantare di avere scritto tanti anni fa, dopo una dittatura e una guerra perduta – per non dire anche dopo di una monarchia traditrice – una delle Costituzioni Democratiche più belle del mondo. Ebbene, parta immediatamente l’insegnamento dell’Educazione Civica, o meglio si insegni ai nostri ragazzi e ragazze come e perché si possa e si debba esercitare una cittadinanza attiva e responsabile! Ed oggi, non solo in chiave nazionale, ma anche europea!

Lo so! Non c’è ancora la norma “perfetta”: firmata dal Presidente della Repubblica e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale Ma, per educare civilmente i nostri ragazzi e ragazze non è necessario aspettare una firma e una pubblicazione! La scuola stessa – in un Paese democratico – è di per sé laboratorio di convivenza e di educazione civile Concetti e comportamenti che nella scuola si vivono e che la scuola devono partire! La scuola, la prima piccola comunità di cittadini. Piccoli, ma pur sempre cittadini a tutto tondo! L’aula, dunque, intesa certamente come un piccolo ambiente, nel quale, però, si impara anche, per l’intero lungo periodo scolastico, a come di deve vivere nell’ambiente Paese.

E nell’ambiente Unione Europa