Fioramonti manda in soffitta la riorganizzazione (a metà) di Bussetti

da Il Sole 24 Ore

di Ilaria Ricci

Tutto da rifare per la riorganizzazione del Miur. Si riparte dal via, come nel gioco dell’oca. Il risiko delle poltrone e delle Direzioni sarà rivisto. La palla ora passa in mano al nuovo responsabile di viale Trastevere, Lorenzo Fioramonti, che nell’ultimo Consiglio dei ministri ha chiesto e fatto approvare «la modifica della organizzazione del ministero dell’Istruzione, dell`università e della ricerca». Mandando in soffitta la riorganizzazione “targata” Bussetti.
Una decisione che era nell’aria, fin dal suo insediamento. I tempi lunghi della gestione Bussetti avevano infatti portato alla sostanziale paralisi del dicastero durante l’estate, con i direttori generali in attesa di una registrazione dei nuovi contratti (e dei nuovi ruoli) da parte della Corte dei conti. Registrazione mai arrivata. Anche a causa della tempistica scelta dall’ormai ex ministro: la Corte ha avuto la richiesta di registrazione solo in agosto, poco prima della chiusura per la pausa estiva e quando, di fatto, si è poi aperta la crisi politica che ha lasciato sospesa la vicenda e interrotto, con la caduta del governo, l’interlocuzione con il dicastero. In questi casi è prassi che si passi la palla al nuovo titolare.
Lorenzo Fioramonti potrà ora mettere in campo la “sua” squadra (i direttori saranno comunque scelti fra quelli di ruolo e non già presenti nell’amministrazione, con qualche possibile “comma 6”, ovvero esperto esterno) e il “suo” Miur. Magari modificando la composizione della direzioni prevista da Bussetti.

I pregressi
Il regolamento di riorganizzazione del Miur era stato approvato lo scorso 24 aprile, dopo una lunghissima gestazione, ed è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale l’8 giugno con l’avvio degli interpelli per le posizioni dirigenziali concluso a fine mese. Bussetti aveva sostanzialmente depotenziato il Gabinetto con una direzione generale in meno e creato nuove direzioni nell’amministrazione centrale: una per il Contenzioso, una per la Comunicazione e le relazioni internazionali, una per l’Alta formazione artistica musicale e coreutica. Potenziato il Friuli Venezia Giulia, regione cara alla Lega, con un posto da direttore generale per il capo dell’Ufficio scolastico.
Nella riorganizzazione complessiva, era stata finalmente rimessa in gioco anche la Liguria, regione scoperta da oltre un anno, nonostante l’emergenza Genova, che, secondo indiscrezioni di stampa mai smentite, sarebbe andata a una persona ‘fedelissima’ di Bussetti, una dirigente dell’Ufficio scolastico della Lombardia. Gli interpelli si sono chiusi a fine giugno, ma solo ad agosto e dopo una lunga gestazione con una parte delle nomine effettuata direttamente dal ministro e una parte affidata al Capo del Dipartimento per l’Istruzione, a causa di possibili conflitti di interesse, le carte sono state trasferite alla Corte. E lì sono rimaste. Proprio la doppia “gestione” delle nomine e i dubbi su alcuni profili avrebbe convinto i giudici a rinviare il carteggio al Miur.

Cosa accade ora
Per superare l’impasse ereditata dal precedente ministro e avere il tempo di approfondire la ratio delle scelte fatte da chi lo ha preceduto, Fioramonti ha deciso di ripartire da zero. O, meglio, dallo status quo. Per ora tutto resta come era. I direttori generali possono riprendere il loro lavoro. Come specificato dalla Gazzetta Ufficiale dello scorso 22 settembre il Miur provvederà «ad adeguare la propria organizzazione mediante nuovi regolamenti» con l’obiettivo di «semplificare ed accelerare il riordino dell’organizzazione del Ministero». Insomma, si riparte. Archiviato Bussetti, Fioramonti potrà mettere la sua firma sul nuovo Miur.