Azzerato il Miur di Bussetti

da ItaliaOggi

Alessandra Ricciardi

La Corte dei conti non aveva registrato i decreti di nomina dei direttori generali, decreti firmati dall’allora ministro Marco Bussetti prima della crisi dell’esecutivo Conte I. Nel decreto legge sull’organizzazione dei ministeri (n. 104), approvato al consiglio dei ministri della scorsa settimana e pubblicato sabato in Gazzetta Ufficiale, è stato inserito un articolo ad hoc che di fatto azzera la riforma bussettiana della macchina amministrativa e dà al nuovo ministro delega per una riorganizzazione da compiersi entro il 31 ottobre prossimo. Sarà sulla base di questa nuova impalcatura che saranno conferiti gli incarichi ai direttori generali. Anche regionali. Un risiko che riguarda dunque l’intero assetto ministeriale. Per evitare il blocco della macchina, blocco già patito in questo ultimo mese di sospensione a causa del giudizio pendente della Corte dei conti, i dirigenti ritornano sui posti occupati precedentemente.

L’articolo 6 del dl prevede infatti che «il Ministero medesimo provvede ad adeguare la propria organizzazione mediante nuovi regolamenti, ivi incluso quello degli uffici di diretta collaborazione, che possono essere adottati con le modalità di cui all’articolo 4-bis del decreto-legge 12 luglio 2018, n. 86, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 agosto 2018, n. 97, se emanati entro il 31 ottobre 2019, anche al fine di semplificare e accelerare il riordino dell’organizzazione del Ministero… Nelle more dell’entrata in vigore dei nuovi regolamenti di organizzazione, gli incarichi dirigenziali di livello generale continuano ad avere efficacia sino all’attribuzione dei nuovi». Secondo rumors di viale Trastevere certamente sarà cancellata la direzione comunicazione, voluta da Bussetti per rendere più omogenea la strategia sulle attività del Miur, con il ritorno a un impianto più tradizionale.

Intanto è scattato l’allarme rosso per la prossima legge di Bilancio. Il ministro Fioramonti aveva annunciato ai sindacati l’intenzione di reperire, pena le sue dimissioni, 3 miliardi di euro, per scuola, università e ricerca, nella prossima legge di Bilancio, con i quali finanziare anche il rinnovo del contratto con 100 euro di aumento medio a docente. Per la copertura Fioramonti ha indicato anche la tassazione su merendine, bibite gasate e voli aerei.

Un’ipotesi che aveva già ricevuto il via libera del premier Giuseppe Conte, ma che è stata stoppata dal capo politico del Movimento5ostelle e ministro degli esteri, Luigi Di Maio: «Noi non siamo il governo delle nuove tasse». Una tassazione che avrebbe colpito le famiglie medio-basse e su consumi di ampia diffusione. Misura che è stata subito bersagliata di critiche dalla Lega di Matteo Salvini. Ieri Conte stesso ha corretto il tiro: «Era un’ipotesi, ne parleremo». Ora vanno trovate coperture nuove. E i sindacati attendono di capire che aumenti arriveranno agli insegnanti.