A rischio la «giustificazione» per i ragazzi che hanno manifestato per il clima

da Il Sole 24 Ore

di Redazione Scuola

Una sgradita sorpresa potrebbe accogliere nelle classi i ragazzi che venerdì hanno partecipato in tutta Italia alle manifestazioni per il clima. Alcuni dirigenti scolastici, infatti, hanno deciso di non seguire l’appello del ministro Lorenzo Fioramonti a considerata “giustificata” la loro assenza. Il milione di ragazzi che

Giustificazione a rischio
Nel giorno della prima giustificazione di massa “green” per uno sciopero di studenti sull’emergenza climatica in oltre una ventina di istituti romani i presidi hanno deciso di conteggiare le assenze per «insegnare ai ragazzi l’importanza delle conseguenze di una scelta». Fosse anche la decisione di partecipare ad un corteo. La parola d’ordine scandita dai dirigenti ‘non allineati’ all’indicazione del ministro Fioramonti della giustificazione tout court è «responsabilizzazione».

La scelta dei presidi
E così dal liceo Tasso fino al Primo Levi l’assenza di oggi andrà a far parte del cumulo del 25% consentito del totale di giorni scolastici ‘marinati’. «Non è una punizione -precisa Stefano Sancardi, preside del liceo Primo Levi e coordinatore della Rete di ambito territoriale RM6 dove ricadono gran parte degli Istituti che hanno scelto la linea del rigore sulle assenze- Sono contento che partecipino, ma mettendoci la faccia. Serve per responsabilizzare i ragazzi. L’assenza dà più valore alla scelta di partecipare allo sciopero”.
Anche al Tasso il preside Paolo Pedullà ha scelto di conteggiare l’assenza che verrà comunque giustificata anche con la motivazione «manifestazione per il clima» «La mia posizione è che l’assenza vada conteggiata ai fini di quel 75% di presenze necessarie per la validità dell’anno scolastico – spiega il dirigente scolastico intervistato dall’Ansa – Storicamente da noi non è mai stata repressa l’adesione alle manifestazioni, per cui sono sempre state accettate le giustificazioni. Ma conteggiare l’assenza è un’altra cosa». Secondo Pedullà, infatti, una scelta del genere “aiuta a responsabilizzare i ragazzi”. Insomma un modo per far capire che una scelta deve essere sempre consapevole e comporta anche delle conseguenze. «Oggi i ragazzi a scuola sono pochi, si va da un minimo di uno ad un massimo di nove per classe -prosegue Pedullà- In questi casi, se la maggior parte degli alunni è assente, non si spiega, non si va avanti con il programma. Domani si farà lezione normalmente, senza ‘rappresaglie», aggiunge ironizzando.
«Nel suo invito il ministro Fioramonti ha dimostrato grande rispetto per l’autonomia della scuola -osserva- Per quanto ci riguarda affronteremo la questione nel collegio dei docenti dove, se qualcuno solleverà il tema delle assenze, ne discuteremo. La democrazia è questa. E io sono un primus inter pares».
Insomma la preoccupazione di questi presidi, come qualche dirigente stesso ammette, “è che il bonus giustificazione non diventi un nuovo sei politico” e che dunque non deresponsabilizzi i ragazzi in un periodo dove la formazione, anche delle coscienze è cruciale. Al Tasso del resto il preside Pedullà aveva già introdotto il tema della consapevolezza e dell’auto responsabilizzazione lo scorso anno al termine dell’occupazione: propose agli studenti che avevano promosso e aderito di ‘autodenunciarsi’ (l’atto era volontario) per incassare un 6 in condotta solo al primo trimestre. Un voto simbolico, nelle intenzioni della dirigenza scolastica, ma per crescere, «per prendersi le proprie responsabilità».