Per diventare insegnanti non basterà la sola laurea, torneranno i percorsi abilitanti

da Orizzontescuola

di redazione

Trasformati dal PD, aboliti dal precedente Governo, in via di definizione un disegno di legge che istituirà nuovamente i percorsi universitari per l’abilitazione all’insegnamento nelle secondarie, dopo aver conseguito la laurea

Nuovo Governo nuovo sistema di reclutamento

Dopo l’abolizione del percorso per accedere all’insegnamento elaborato dal Partito Democratico ad opera del governo Lega-M5S, arriverà a breve una novità sul reclutamento dei docenti. La notizia era già stata anticipata dalle componenti politiche ministeriali durante la contrattazione per il decreto salva-scuola contenente misure per il precariato.

Attualmente, per diventare docenti, dopo le ultime modifiche presenti nella legge finanziaria 2019, basta una laurea e la partecipazione ad un concorso a cattedra, quindi un anno di prova (più formale che sostanziale) per la conferma al ruolo.

Sembrano, quindi, un ricordo lontano i percorsi abilitanti come il TFA (abolito dal PD), o i tre anni di formazione previsti dal PD dopo il concorso a cattedra (aboliti dalla Lega e dal M5S).

Il ritorno dei percorsi abilitanti

Per l’attuale Ministro, secondo quanto riporta il quotidiano “La Repubblica“, il sistema ha necessità di una ulteriore riforma”, perché, dice Fioramonti “Di certo non può bastare una laurea per diventare insegnanti: serve essere formati”.

Pare, quindi, che i percorsi abilitanti potranno essere nuovamente istituiti con regolarità, dopo il tentativo dei Bussetti di avviare dei percorsi PAS per quanti con esperienza non avevano ancora l’abilitazione.

Non saranno, però, assicura Fioramonti, dei percorsi ad ostacoli, riferendosi probabilmente al tortuoso percorso elaborato dal PD. Di certo è che la materia sarà ripresa a marzo, probabilmente con il lancio di un disegno di legge.

Nuovi concorsi

Nel frattempo, i docenti non abilitati potranno partecipare a due concorsi, uno ordinario e uno straordinario (per quanto hanno esperienza ma non abilitazione). Una operazione da 70mila assunzioni (compreso il concorso per Infanzia e Primaria che porterà le supplenze da 170mila a 100 mila.